Nelle scienze sociali il concetto di ambiente si è affermato a partire dal positivismo del XIX secolo. Comte e Spencer attribuivano all’am- biente fisico e biologico il valore di causa determinante dei prodotti dell’ingegno umano, dalla letteratura alla politica. La stessa concezione del rapporto tra essere umano e ambiente era sostenuta nella seconda metà dell’Ottocento in Germania nell’ambito del determinismo geogra- fico. A quest’ultimo si opponeva invece il coevo “possibilismo” del geografo francese Paul Vidal de La Blache, secondo il quale l’uomo non è rigidamente vincolato dall’ambiente fisico, ma è a sua volta un fattore geografico in grado di modellare e modificare il territorio. Il determinismo ambientale assunse comunque il carattere di vi- sione prevalente nelle varie discipline sociali. In Francia contribuì notevolmente alla sua diffusione l’opera letteraria e filosofica di Hippolyte Taine che allargò il concetto di ambiente, comprendendo anche la dimensione sociale: definito come scenario in cui la vita sociale di individui, gruppi e comunità interagisce con il contesto fisico, trasformandosi incessantemente, l’ambiente è visto da questo autore come causa necessaria e sufficiente di tutti i prodotti e valori del singolo individuo. Da allora il concetto di ambiente come esito non intenzionale e di lungo periodo dell’incontro tra numerosi fattori di livello antropico, abiotico e biotico è rimasto centrale nelle disci- pline sociali; tuttavia, l’idea che la relazione tra ambiente e attività volontaria dell’individuo o del gruppo sociale (orientata su una scala temporale di gran lunga inferiore a quella delle trasformazioni am- bientali) veda il primato dell’ambiente è stata messa sempre più for- temente in discussione: se ogni essere intelligente dipende dall’am- biente in cui vive è indubbio che in qualche misura contribuisca alla trasformazione, più o meno desiderata, di quest’ultimo. Nella teoria organizzativa troviamo tre diversi modi di concepire l’ambiente e il suo rapporto con l’organizzazione.
Cantoni, F., Albano, R., De Micheli, B., Ambiente e confini organizzativi, in Roberto Alban, R. A., Ylenia Curz, Y. C., Tommaso Fabbr, T. F. (ed.), Organizzazione: parole chiave, Giappichelli Editore, Torino 2020: 19- 23 [http://hdl.handle.net/10807/159471]
Ambiente e confini organizzativi
Cantoni, Franca
Primo
;
2020
Abstract
Nelle scienze sociali il concetto di ambiente si è affermato a partire dal positivismo del XIX secolo. Comte e Spencer attribuivano all’am- biente fisico e biologico il valore di causa determinante dei prodotti dell’ingegno umano, dalla letteratura alla politica. La stessa concezione del rapporto tra essere umano e ambiente era sostenuta nella seconda metà dell’Ottocento in Germania nell’ambito del determinismo geogra- fico. A quest’ultimo si opponeva invece il coevo “possibilismo” del geografo francese Paul Vidal de La Blache, secondo il quale l’uomo non è rigidamente vincolato dall’ambiente fisico, ma è a sua volta un fattore geografico in grado di modellare e modificare il territorio. Il determinismo ambientale assunse comunque il carattere di vi- sione prevalente nelle varie discipline sociali. In Francia contribuì notevolmente alla sua diffusione l’opera letteraria e filosofica di Hippolyte Taine che allargò il concetto di ambiente, comprendendo anche la dimensione sociale: definito come scenario in cui la vita sociale di individui, gruppi e comunità interagisce con il contesto fisico, trasformandosi incessantemente, l’ambiente è visto da questo autore come causa necessaria e sufficiente di tutti i prodotti e valori del singolo individuo. Da allora il concetto di ambiente come esito non intenzionale e di lungo periodo dell’incontro tra numerosi fattori di livello antropico, abiotico e biotico è rimasto centrale nelle disci- pline sociali; tuttavia, l’idea che la relazione tra ambiente e attività volontaria dell’individuo o del gruppo sociale (orientata su una scala temporale di gran lunga inferiore a quella delle trasformazioni am- bientali) veda il primato dell’ambiente è stata messa sempre più for- temente in discussione: se ogni essere intelligente dipende dall’am- biente in cui vive è indubbio che in qualche misura contribuisca alla trasformazione, più o meno desiderata, di quest’ultimo. Nella teoria organizzativa troviamo tre diversi modi di concepire l’ambiente e il suo rapporto con l’organizzazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.