In questo saggio si propone dunque una «memoria del futuro» dell’economia collaborativa, a partire dall’analisi delle testimonianze dei suoi protagonisti, realizzate nel 2014-15. alcune pratiche di economia collaborativa erano già presenti in Italia da alcuni anni, ma è con la copertina dell’«economist» del marzo 2013 che il termine «sharing economy» ha iniziato a diffondersi nel dibattito pubblico ed è proprio nel biennio successivo che è stato registrato il picco di iniziativa imprenditoriale in questo settore. La prima mappatura delle piattaforme collaborative in Italia, realizzata da Collaboriamo nel 2014, ha censito 97 piattaforme, un dato che ha registrato una forte crescita proprio nel 2015 (118 piattaforme) per poi stabilizzarsi dal 2016, seppur con un alto tasso di nati-mortalità (nel 2017 le piattaforme erano 125). Le visioni dei nostri intervistati – intese come forme attribuite alle cose a venire che ci consentono di vedere le nostre vite come parte di un grande viaggio collettivo verso un destino comune (Jedlowski 2017) – possono essere ricondotte a tre filoni principali, che vedono l’economia collaborativa come: economia sostenibile; modalità di creazione di nuovo capitale e di conversione tra capitale economico, sociale e culturale; nuova forma di divisione del lavoro. I paragrafi che seguono prendono in esame queste tre visioni e le relative implicazioni. Nel paragrafo conclusivo si sintetizzano le tensioni tra le visioni che hanno guidato la diffusione dell’economia collaborativa e la sua implementazione, con attenzione alle implicazioni in termini di policie, particolare accento alla dimensione urbana come ambito privilegiato delle pratiche collaborative digitali.

Pais, I., Alle origini dell’economia collaborativa: memorie del futuro, Italia creativa. Condivisione, sostenibilità, innovazione, Donzelli Editore, Milano 2020: 67-84 [https://hdl.handle.net/10807/156024]

Alle origini dell’economia collaborativa: memorie del futuro

Pais, Ivana
2020

Abstract

In questo saggio si propone dunque una «memoria del futuro» dell’economia collaborativa, a partire dall’analisi delle testimonianze dei suoi protagonisti, realizzate nel 2014-15. alcune pratiche di economia collaborativa erano già presenti in Italia da alcuni anni, ma è con la copertina dell’«economist» del marzo 2013 che il termine «sharing economy» ha iniziato a diffondersi nel dibattito pubblico ed è proprio nel biennio successivo che è stato registrato il picco di iniziativa imprenditoriale in questo settore. La prima mappatura delle piattaforme collaborative in Italia, realizzata da Collaboriamo nel 2014, ha censito 97 piattaforme, un dato che ha registrato una forte crescita proprio nel 2015 (118 piattaforme) per poi stabilizzarsi dal 2016, seppur con un alto tasso di nati-mortalità (nel 2017 le piattaforme erano 125). Le visioni dei nostri intervistati – intese come forme attribuite alle cose a venire che ci consentono di vedere le nostre vite come parte di un grande viaggio collettivo verso un destino comune (Jedlowski 2017) – possono essere ricondotte a tre filoni principali, che vedono l’economia collaborativa come: economia sostenibile; modalità di creazione di nuovo capitale e di conversione tra capitale economico, sociale e culturale; nuova forma di divisione del lavoro. I paragrafi che seguono prendono in esame queste tre visioni e le relative implicazioni. Nel paragrafo conclusivo si sintetizzano le tensioni tra le visioni che hanno guidato la diffusione dell’economia collaborativa e la sua implementazione, con attenzione alle implicazioni in termini di policie, particolare accento alla dimensione urbana come ambito privilegiato delle pratiche collaborative digitali.
2020
Italiano
9788855220132
Donzelli Editore
Pais, I., Alle origini dell’economia collaborativa: memorie del futuro, Italia creativa. Condivisione, sostenibilità, innovazione, Donzelli Editore, Milano 2020: 67-84 [https://hdl.handle.net/10807/156024]
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