Il discorso escatologico, la possibilità di parlare di un tempo inteso come “tempo di attesa”, sembra fondarsi in Kierkegaard su una vera e propria filosofia della storia. La domanda con cui si aprono le Briciole di filosofia – se sia lecito costruire una beatitudine eterna su un sapere storico, l’evento dell’Incarnazione, – presuppone infatti una meditazione sulla natura dello stesso sapere storico: una meditazione che investe necessariamente quella “nozione scomoda” che è il passato, che non è più e però continua ad agire come un’“assenza presente”. Attraverso un’analisi ontologica del divenire, Kierkegaard individua nella non-necessità di ciò che è storico – la sua possibilità sempre attiva – il nucleo vitale del passato, ovvero il suo “senso vissuto”. Ed è allo scopo di preservare questo senso vissuto che la storia sacra deve usare per il filosofo lo stile comunicativo del racconto poetico, nel quale l’“appropriazione”, il “per te”, è la categoria fondamentale: Mutato homine de te fabula narratur.
Basso, I. M., Verità e storia in Søren Kierkegaard, Guida editore, Napoli 2019: 132 [http://hdl.handle.net/10807/155269]
Verità e storia in Søren Kierkegaard
Basso, Ingrid Marina
2019
Abstract
Il discorso escatologico, la possibilità di parlare di un tempo inteso come “tempo di attesa”, sembra fondarsi in Kierkegaard su una vera e propria filosofia della storia. La domanda con cui si aprono le Briciole di filosofia – se sia lecito costruire una beatitudine eterna su un sapere storico, l’evento dell’Incarnazione, – presuppone infatti una meditazione sulla natura dello stesso sapere storico: una meditazione che investe necessariamente quella “nozione scomoda” che è il passato, che non è più e però continua ad agire come un’“assenza presente”. Attraverso un’analisi ontologica del divenire, Kierkegaard individua nella non-necessità di ciò che è storico – la sua possibilità sempre attiva – il nucleo vitale del passato, ovvero il suo “senso vissuto”. Ed è allo scopo di preservare questo senso vissuto che la storia sacra deve usare per il filosofo lo stile comunicativo del racconto poetico, nel quale l’“appropriazione”, il “per te”, è la categoria fondamentale: Mutato homine de te fabula narratur.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.