Per cercare di immaginare come stanno cambiando e potrebbero ancora cambiare gli scenari internazionali, occorre considerare tre dimensioni. La prima è quella costituita dall’estrema fragilità delle reti che hanno strutturato l’interdipendenza nell’era dell’iperglobalizzazione. All’insegna della mobilità, della velocità, e dell’efficienza il sistema nervoso del mondo si è progressivamente assottigliato, sottovalutando in maniera clamorosa un elementare principio. Ovvero che la resilienza totale di qualunque sistema è dettata dalla vulnerabilità del suo elemento più fragile: nel nostro caso il fattore umano. Un po’ come accade a bordo, dove la sopravvivenza dell’equipaggio è il punto fondamentale per la progettazione, la manutenzione e l’efficienza del “sistema-nave”. La seconda è rappresentata dal tempo: la situazione è in continua evoluzione. Si parla di fase 1, di fase 2, addirittura di fase 3, ma il passaggio dall’una all’altra non avviene per nette cesure, né è sincrono tra aree geografiche, settori economici, segmenti di popolazione e neppure è irreversibile. La terza, che forse è la più negletta, riguarda il fatto che la possibilità di qualunque cambiamento non passa solo per l’indebolimento dell’assetto vigente, per la mera dispersione del potere, ma anche per una sua nuova concentrazione, su un punto di equilibrio diverso.
Parsi, V. E., DOPO LA PANDEMIA: RINASCERE PER NON MORIRE , 2020 [http://hdl.handle.net/10807/155083]
DOPO LA PANDEMIA: RINASCERE PER NON MORIRE
Parsi, Vittorio Emanuele
2020
Abstract
Per cercare di immaginare come stanno cambiando e potrebbero ancora cambiare gli scenari internazionali, occorre considerare tre dimensioni. La prima è quella costituita dall’estrema fragilità delle reti che hanno strutturato l’interdipendenza nell’era dell’iperglobalizzazione. All’insegna della mobilità, della velocità, e dell’efficienza il sistema nervoso del mondo si è progressivamente assottigliato, sottovalutando in maniera clamorosa un elementare principio. Ovvero che la resilienza totale di qualunque sistema è dettata dalla vulnerabilità del suo elemento più fragile: nel nostro caso il fattore umano. Un po’ come accade a bordo, dove la sopravvivenza dell’equipaggio è il punto fondamentale per la progettazione, la manutenzione e l’efficienza del “sistema-nave”. La seconda è rappresentata dal tempo: la situazione è in continua evoluzione. Si parla di fase 1, di fase 2, addirittura di fase 3, ma il passaggio dall’una all’altra non avviene per nette cesure, né è sincrono tra aree geografiche, settori economici, segmenti di popolazione e neppure è irreversibile. La terza, che forse è la più negletta, riguarda il fatto che la possibilità di qualunque cambiamento non passa solo per l’indebolimento dell’assetto vigente, per la mera dispersione del potere, ma anche per una sua nuova concentrazione, su un punto di equilibrio diverso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.