L’integrazione tra scrittura e fotografia è una delle peculiarità del «Politecnico» di Elio Vittorini (1945-1947), anche grazie alla collaborazione con il grafico Albe Steiner. Tra i documenti del carteggio tra i due (custodito presso lo studio Origoni-Steiner) è conservato un sommario della rivista, databile all’agosto 1945, dal quale emerge il progetto di una lingua universale fatta di immagini. Il sommario anticipa il modus operandi che emerge dalla lettera del 14 dicembre 1945, nella quale lo scrittore chiede al grafico alcune foto per la rubrica “Le città del mondo”. La rivista si configura come una sorta di “conversazione in pubblico”, dove la fotografia diviene narrazione autonoma grazie al valore aggiunto della parola. Non è poi così distante da ciò che accade oggi con la Digital Social Innovation, in particolare attraverso il social storytelling: una memoria in fieri, per lasciare traccia di sé, raccontare e raccontarsi.
Geremia, L., CONVERSAZIONE CON LA GRAFICA: VITTORINI, STEINER E IL SOCIAL STORYTELLING DI «POLITECNICO», in Gasperina Geroni, R., Milani, F. (ed.), La modernità letteraria e le declinazioni del visivo. Arti, cinema, fotografia e nuove tecnologie, ETS, Pisa 2019: 193- 199 [http://hdl.handle.net/10807/154146]
CONVERSAZIONE CON LA GRAFICA: VITTORINI, STEINER E IL SOCIAL STORYTELLING DI «POLITECNICO»
Geremia, Lucia
2019
Abstract
L’integrazione tra scrittura e fotografia è una delle peculiarità del «Politecnico» di Elio Vittorini (1945-1947), anche grazie alla collaborazione con il grafico Albe Steiner. Tra i documenti del carteggio tra i due (custodito presso lo studio Origoni-Steiner) è conservato un sommario della rivista, databile all’agosto 1945, dal quale emerge il progetto di una lingua universale fatta di immagini. Il sommario anticipa il modus operandi che emerge dalla lettera del 14 dicembre 1945, nella quale lo scrittore chiede al grafico alcune foto per la rubrica “Le città del mondo”. La rivista si configura come una sorta di “conversazione in pubblico”, dove la fotografia diviene narrazione autonoma grazie al valore aggiunto della parola. Non è poi così distante da ciò che accade oggi con la Digital Social Innovation, in particolare attraverso il social storytelling: una memoria in fieri, per lasciare traccia di sé, raccontare e raccontarsi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.