Il fenomeno dell’immigrazione da altri Stati in Europa e, in particolare, in Italia a partire dagli anni ’90 ha portato a un progressivo incremento della presenza della multietnicità nel-le classi delle scuole italiane. Frequentare scuole multietniche è, quindi, diventata un’esperienza sempre più comune per bambini e ragazzi. Se, da un lato, quest’aumentata di-versità delle classi offre importanti opportunità di confronto culturale, dall’altro incrementa le sfide che insegnanti, professori ed educatori affrontano nell’insegnamento (Fandrem, Strohmeier & Caravita, Stefanek, 2019, in press). Tra queste sfide vi è l’incremento del bullismo etnico. Il bullismo etnico è una delle sei forme di bullismo discriminatorio identificate da Russel e colleghi (Russell, Sinclair, Bau-man, Poteat, Koenig, 2012), un tipo di bullismo che assomma alle caratteristiche principali del bullismo tradizionale quelle della discriminazione. Le situazioni di bullismo discrimina-torio, infatti, come il bullismo tradizionale sono caratterizzate dall’intenzionalità e dalla si-stematicità degli attacchi perpetrati dal prepotente e da uno squilibrio di potere esistente tra il bullo e la vittima, che si trova in situazione di maggiore debolezza e in difficoltà a difen-dersi dalle prevaricazioni, a causa di caratteristiche personali (ad esempio, una maggiore timidezza), fisiche (minore forza fisica) o, spesso, perché isolata e messa ai margini dai compagni. La specificità del bullismo discriminatorio risiede nel fatto che in esso la vittima è presa di mira perché appartenente a un gruppo minoritario, per motivi di religione o con-vinzioni personali, disabilità, età, orientamento sessuale, genere, od origine etnica. È quest’ultimo il caso del bullismo etnico, che interessa giovani che divengono bersaglio di prepotenze per la loro appartenenza a un dato gruppo etnico o per il loro background migra-torio. La presenza del bullismo etnico in Italia è stata accertata da studi recenti, che indicano che nelle scuole italiane i giovani con background migratorio, appartenenti a un gruppo etnico minoritario, subiscono prepotenze in misura maggiore rispetto ai compagni di classe autoctoni (Caravita et al., 2016, 2020). In alcuni istituti scolastici del Nord Italia il 74% degli studenti con background migratorio hanno riferito di essere stati vittima di prepotenze almeno una volta, rispetto al 60% dei compagni di classe appartenenti al gruppo etnico maggioritario (Caravita et al., 2016). Nonostante il bullismo etnico sia considerato un sottotipo del bullismo tradizionale, al-cune caratteristiche lo contraddistinguono da quest’ultimo (Fandrem et al., 2019). Come de-scriveremo meglio in seguito, la ricerca ha messo in luce come nel bullismo tradizionale gli atti di prevaricazione siano messi in atto principalmente al fine di ottenere uno status di po-polarità, visibilità e influenza elevato all’interno del gruppo classe. Nel bullismo etnico, invece, la componente che alla luce degli studi risulta essere maggiormente influente, anche rispetto alla posizione nel gruppo dei coetanei, è il nutrire pregiudizi nei confronti dei com-pagni di classe con background migratorio (Caravita, Stefanelli, Mazzone, Cadei, Thorn-berg, Ambrosini, 2019). È stato osservato che le motivazioni principali che possono spinge-re un bullo ad aggredire in modo sistematico un compagno con background migratorio fanno riferimento alla percezione che quest’ultimo sia differente e che non sia degno di far par-te del gruppo dei pari (Strohmeier et al., 2011). Dimensioni pregiudiziali e di esclusione sociale del compagno percepito come diverso, sembrano essere, quindi, la cifra distintiva del bullismo etnico.

Papotti, N., Caravita, S. C. S., Disagio sociale e bullismo nella scuola multietnica, Nella mia classe, il mondo.I processi educativi nella scuola multietnica, edizioni JUNIOR, MILANO -- ITA 2020 <<FORMAZIONE, RICERCA, DIDATTICA>>, 2020: 120-135 [http://hdl.handle.net/10807/153675]

Disagio sociale e bullismo nella scuola multietnica

Papotti, Noemi;Caravita, Simona Carla Silvia
2020

Abstract

Il fenomeno dell’immigrazione da altri Stati in Europa e, in particolare, in Italia a partire dagli anni ’90 ha portato a un progressivo incremento della presenza della multietnicità nel-le classi delle scuole italiane. Frequentare scuole multietniche è, quindi, diventata un’esperienza sempre più comune per bambini e ragazzi. Se, da un lato, quest’aumentata di-versità delle classi offre importanti opportunità di confronto culturale, dall’altro incrementa le sfide che insegnanti, professori ed educatori affrontano nell’insegnamento (Fandrem, Strohmeier & Caravita, Stefanek, 2019, in press). Tra queste sfide vi è l’incremento del bullismo etnico. Il bullismo etnico è una delle sei forme di bullismo discriminatorio identificate da Russel e colleghi (Russell, Sinclair, Bau-man, Poteat, Koenig, 2012), un tipo di bullismo che assomma alle caratteristiche principali del bullismo tradizionale quelle della discriminazione. Le situazioni di bullismo discrimina-torio, infatti, come il bullismo tradizionale sono caratterizzate dall’intenzionalità e dalla si-stematicità degli attacchi perpetrati dal prepotente e da uno squilibrio di potere esistente tra il bullo e la vittima, che si trova in situazione di maggiore debolezza e in difficoltà a difen-dersi dalle prevaricazioni, a causa di caratteristiche personali (ad esempio, una maggiore timidezza), fisiche (minore forza fisica) o, spesso, perché isolata e messa ai margini dai compagni. La specificità del bullismo discriminatorio risiede nel fatto che in esso la vittima è presa di mira perché appartenente a un gruppo minoritario, per motivi di religione o con-vinzioni personali, disabilità, età, orientamento sessuale, genere, od origine etnica. È quest’ultimo il caso del bullismo etnico, che interessa giovani che divengono bersaglio di prepotenze per la loro appartenenza a un dato gruppo etnico o per il loro background migra-torio. La presenza del bullismo etnico in Italia è stata accertata da studi recenti, che indicano che nelle scuole italiane i giovani con background migratorio, appartenenti a un gruppo etnico minoritario, subiscono prepotenze in misura maggiore rispetto ai compagni di classe autoctoni (Caravita et al., 2016, 2020). In alcuni istituti scolastici del Nord Italia il 74% degli studenti con background migratorio hanno riferito di essere stati vittima di prepotenze almeno una volta, rispetto al 60% dei compagni di classe appartenenti al gruppo etnico maggioritario (Caravita et al., 2016). Nonostante il bullismo etnico sia considerato un sottotipo del bullismo tradizionale, al-cune caratteristiche lo contraddistinguono da quest’ultimo (Fandrem et al., 2019). Come de-scriveremo meglio in seguito, la ricerca ha messo in luce come nel bullismo tradizionale gli atti di prevaricazione siano messi in atto principalmente al fine di ottenere uno status di po-polarità, visibilità e influenza elevato all’interno del gruppo classe. Nel bullismo etnico, invece, la componente che alla luce degli studi risulta essere maggiormente influente, anche rispetto alla posizione nel gruppo dei coetanei, è il nutrire pregiudizi nei confronti dei com-pagni di classe con background migratorio (Caravita, Stefanelli, Mazzone, Cadei, Thorn-berg, Ambrosini, 2019). È stato osservato che le motivazioni principali che possono spinge-re un bullo ad aggredire in modo sistematico un compagno con background migratorio fanno riferimento alla percezione che quest’ultimo sia differente e che non sia degno di far par-te del gruppo dei pari (Strohmeier et al., 2011). Dimensioni pregiudiziali e di esclusione sociale del compagno percepito come diverso, sembrano essere, quindi, la cifra distintiva del bullismo etnico.
2020
Italiano
in stampa
edizioni JUNIOR
2020
Papotti, N., Caravita, S. C. S., Disagio sociale e bullismo nella scuola multietnica, Nella mia classe, il mondo.I processi educativi nella scuola multietnica, edizioni JUNIOR, MILANO -- ITA 2020 <<FORMAZIONE, RICERCA, DIDATTICA>>, 2020: 120-135 [http://hdl.handle.net/10807/153675]
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