Dino Provenzal (Livorno, 1877 – Voghera, 1972) fu intellettuale, insegnante e scrittore italiano. Le sue numerose opere sono per la maggior parte dedicate alla riflessione sulla lingua italiana o rivolte al mondo della scuola. La sua carriera scolastica, prima di insegnante e poi di preside, si dipanò in tutto il territorio italiano: da qui Provenzal poté acquisire una profonda conoscenza della realtà scolastica e linguistica del paese, di cui si sentiva orgogliosamente cittadino, maturando e nutrendo un vivissimo interesse per la questione dell’educazione linguistica scolastica e nazionale. Già allievo di Giovanni Pascoli, intrattenne, come testimoniato da un epistolario nutritissimo, rapporti di amicizia e corrispondenza con intellettuali del calibro di Giuseppe Lombardo Radice e Giovanni Gentile, alla cui elaborazione della riforma del sistema scolastico partecipò con interesse e serietà, ma anche di Bruno Migliorini, col quale scambiò accorte riflessioni linguistiche, e dell’editore Ettore Formiggini, col quale condivise le origini ebraiche e il dramma della persecuzione negli anni del regime fascista in Italia. Visse, infatti, intensamente, nella sua esperienza di uomo e di educatore, questo periodo storico, da cui scaturirono opere biografiche e di denuncia nei confronti delle ingiustizie e della manipolazione calcolatrice della lingua attuata dal regime. Provenzal fu sempre animato da una grande passione per la lingua e per il suo insegnamento. Si impegnò per la promozione di un uso linguistico consapevole in tutta la nazione, scegliendo come pubblico per le sue opere non solo gli studenti, ma anche «gente di media, e anche meno che media, cultura, ragazzi, artigiani, persone che di linguistica sanno poco o nulla». Per lui, infatti, la parola rappresenta il pensiero e, per quanto tale rappresentazione possa risultare imperfetta e parziale, è l’unico strumento che distingue l’uomo dagli animali e lo solleva dalla brutalità. Meglio si conosce la lingua, dunque, meglio si può esprimere ciò che si pensa; meglio si parla, meglio si scrive. Da qui l’importanza di uno studio della grammatica e degli autori che vada oltre il puro nozionismo. Un percorso, questo, che però richiede di essere affrontato anche al contrario: la conoscenza della lingua è l’arma più efficace contro il cattivo uso della parola stessa, contro i tentativi fuorvianti di chi la manipola per cercare consenso o mascherare soprusi. Saper usare la parola permette di padroneggiarne le enormi potenzialità senza restare sopraffatti: la parola rende liberi. Meglio si parla, dunque, meglio si pensa.

Borghi, M., «Con una voce sua propria». Parola e pensiero in Dino Provenzal, in Aldinucci, B., Carbonara, V., Caruso, G., La Grassa, M., Nadal, C., Salvatore, E. (ed.), Parola. Una nozione unica per una ricerca multidisciplinare, Edizioni Università per Stranieri di Siena, Siena 2019: 57- 63 [http://hdl.handle.net/10807/152702]

«Con una voce sua propria». Parola e pensiero in Dino Provenzal

Borghi, Margherita
2019

Abstract

Dino Provenzal (Livorno, 1877 – Voghera, 1972) fu intellettuale, insegnante e scrittore italiano. Le sue numerose opere sono per la maggior parte dedicate alla riflessione sulla lingua italiana o rivolte al mondo della scuola. La sua carriera scolastica, prima di insegnante e poi di preside, si dipanò in tutto il territorio italiano: da qui Provenzal poté acquisire una profonda conoscenza della realtà scolastica e linguistica del paese, di cui si sentiva orgogliosamente cittadino, maturando e nutrendo un vivissimo interesse per la questione dell’educazione linguistica scolastica e nazionale. Già allievo di Giovanni Pascoli, intrattenne, come testimoniato da un epistolario nutritissimo, rapporti di amicizia e corrispondenza con intellettuali del calibro di Giuseppe Lombardo Radice e Giovanni Gentile, alla cui elaborazione della riforma del sistema scolastico partecipò con interesse e serietà, ma anche di Bruno Migliorini, col quale scambiò accorte riflessioni linguistiche, e dell’editore Ettore Formiggini, col quale condivise le origini ebraiche e il dramma della persecuzione negli anni del regime fascista in Italia. Visse, infatti, intensamente, nella sua esperienza di uomo e di educatore, questo periodo storico, da cui scaturirono opere biografiche e di denuncia nei confronti delle ingiustizie e della manipolazione calcolatrice della lingua attuata dal regime. Provenzal fu sempre animato da una grande passione per la lingua e per il suo insegnamento. Si impegnò per la promozione di un uso linguistico consapevole in tutta la nazione, scegliendo come pubblico per le sue opere non solo gli studenti, ma anche «gente di media, e anche meno che media, cultura, ragazzi, artigiani, persone che di linguistica sanno poco o nulla». Per lui, infatti, la parola rappresenta il pensiero e, per quanto tale rappresentazione possa risultare imperfetta e parziale, è l’unico strumento che distingue l’uomo dagli animali e lo solleva dalla brutalità. Meglio si conosce la lingua, dunque, meglio si può esprimere ciò che si pensa; meglio si parla, meglio si scrive. Da qui l’importanza di uno studio della grammatica e degli autori che vada oltre il puro nozionismo. Un percorso, questo, che però richiede di essere affrontato anche al contrario: la conoscenza della lingua è l’arma più efficace contro il cattivo uso della parola stessa, contro i tentativi fuorvianti di chi la manipola per cercare consenso o mascherare soprusi. Saper usare la parola permette di padroneggiarne le enormi potenzialità senza restare sopraffatti: la parola rende liberi. Meglio si parla, dunque, meglio si pensa.
2019
Italiano
Parola. Una nozione unica per una ricerca multidisciplinare
978-88-32244-02-1
Edizioni Università per Stranieri di Siena
Borghi, M., «Con una voce sua propria». Parola e pensiero in Dino Provenzal, in Aldinucci, B., Carbonara, V., Caruso, G., La Grassa, M., Nadal, C., Salvatore, E. (ed.), Parola. Una nozione unica per una ricerca multidisciplinare, Edizioni Università per Stranieri di Siena, Siena 2019: 57- 63 [http://hdl.handle.net/10807/152702]
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