Nei percorsi di educazione alimentare non si può non tenere conto di lavorare dentro alle dimensioni del desiderio e dell’erotismo, dobbiamo ammettere che tali dimensioni agiscono comunque in modo latente e di conseguenza come professionisti dovremmo prenderne atto, e saperle agire in modo consapevole e intenzionale. La dimensione del piacere, che pur nella sua natura sfuggevole e ambivalente appartiene alla propria storia sia da un punto di vista personale che professionale si trova nel “piacere nel fare le cose” che appartiene tanto a chi educa quanto a chi è educato e in queste attività piacevoli è possibile sperimentare la “creazione di creatività”, ovvero lo sviluppo della mente e la formazione di nuove potenzialità interiori che inevitabilmente portano a una crescita individuale.Il piacere sembra quindi strettamente legato, e non a caso, ai processi di sviluppo, ai processi educativi e autoeducativi, in quanto come motore della vita porta l’uomo a conoscersi, a interrogarsi «su se stesso come soggetto di desiderio»
Rossini, G., Patrizia, G., “Alimentare” il desiderio nel lavoro educativo per il benessere, in Poletta, G. G. P. T. G. (ed.), Alimentare il benessere della persona. Prospettive di promozione della salute e orientamenti pedagogici per l'educazione alimentare in sanità pubblica, SEU, Roma 2009: 1- 13 [http://hdl.handle.net/10807/152196]
“Alimentare” il desiderio nel lavoro educativo per il benessere
Rossini, Gisella
Primo
Writing – Original Draft Preparation
;
2009
Abstract
Nei percorsi di educazione alimentare non si può non tenere conto di lavorare dentro alle dimensioni del desiderio e dell’erotismo, dobbiamo ammettere che tali dimensioni agiscono comunque in modo latente e di conseguenza come professionisti dovremmo prenderne atto, e saperle agire in modo consapevole e intenzionale. La dimensione del piacere, che pur nella sua natura sfuggevole e ambivalente appartiene alla propria storia sia da un punto di vista personale che professionale si trova nel “piacere nel fare le cose” che appartiene tanto a chi educa quanto a chi è educato e in queste attività piacevoli è possibile sperimentare la “creazione di creatività”, ovvero lo sviluppo della mente e la formazione di nuove potenzialità interiori che inevitabilmente portano a una crescita individuale.Il piacere sembra quindi strettamente legato, e non a caso, ai processi di sviluppo, ai processi educativi e autoeducativi, in quanto come motore della vita porta l’uomo a conoscersi, a interrogarsi «su se stesso come soggetto di desiderio»I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.