L’economia reale e la dinamica dei sistemi economici sono stati alla base di tutte le attività della Fondazione Edison. Particolare attenzione è stata data sia all'innovatività imprenditoriale sia agli investimenti in tecno-scienza. Il mercato non può essere lasciato solo con i suoi meccanismi che spesso e inevitabilmente sono di breve-medio periodo e quindi non bastanti per dare gli impulsi iniziali a quelle innovazioni che poi generano grandi ondate di cambiamento tecnologico strutturale e di progresso tecnico. Ci vuole perciò una autonoma attività di ricerca e sviluppo dei “laboratori” finanziata da fondi pubblici che via via vanno verso il decentramento al sistema delle imprese supportato da adeguati incentivi. Queste dinamiche sono diventate ancora più complesse nel XXI secolo da un lato per la potente spinta della rivoluzione digitale, dall'altro per i vincoli di eco-compatibilità diventati sempre più urgenti ed infine per la geo-globalizzazione che in parte ha globalizzato ed in parte ha polarizzato su Usa e Cina. Due grandi entità “statuali” nel mezzo delle quali la Ue e la Uem non sono ancora riuscite ad emergere come il terzo polo fautore non di un tripolarismo ma di un multipolarismo che non deve essere abbandonato.
Quadrio Curzio, A., Fortis, M., Dinamiche e urgenze nei cambiamenti strutturali. Venti anni per l’Italia e l’Europa, in Quadrio Curzio Alberto, F. M. (ed.), Fondazione Edison. Venti anni per l'economia italiana in Europa. 1999-2019, FONDAZIONE EDISON, Milano 2019: 2019 7- 24 [http://hdl.handle.net/10807/151189]
Dinamiche e urgenze nei cambiamenti strutturali. Venti anni per l’Italia e l’Europa
Quadrio Curzio, Alberto;Fortis, Marco
2019
Abstract
L’economia reale e la dinamica dei sistemi economici sono stati alla base di tutte le attività della Fondazione Edison. Particolare attenzione è stata data sia all'innovatività imprenditoriale sia agli investimenti in tecno-scienza. Il mercato non può essere lasciato solo con i suoi meccanismi che spesso e inevitabilmente sono di breve-medio periodo e quindi non bastanti per dare gli impulsi iniziali a quelle innovazioni che poi generano grandi ondate di cambiamento tecnologico strutturale e di progresso tecnico. Ci vuole perciò una autonoma attività di ricerca e sviluppo dei “laboratori” finanziata da fondi pubblici che via via vanno verso il decentramento al sistema delle imprese supportato da adeguati incentivi. Queste dinamiche sono diventate ancora più complesse nel XXI secolo da un lato per la potente spinta della rivoluzione digitale, dall'altro per i vincoli di eco-compatibilità diventati sempre più urgenti ed infine per la geo-globalizzazione che in parte ha globalizzato ed in parte ha polarizzato su Usa e Cina. Due grandi entità “statuali” nel mezzo delle quali la Ue e la Uem non sono ancora riuscite ad emergere come il terzo polo fautore non di un tripolarismo ma di un multipolarismo che non deve essere abbandonato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.