L’Università Cattolica di Milano fu una delle sedi italiane che avviarono la protesta, guidata da studenti dell’Augustinianum, nell’inverno 1967. Anche il collegio femminile Marianum fu un epicentro della protesta. Il saggio intende soffermarsi sulle caratteristiche del collegio femminile, per rispondere ad alcune domande: quali furono le caratteristiche della partecipazione delle Marianne alla protesta? Perché essa si esaurì rapidamente a differenza di quella degli Agostini? Quale era il rapporto educativo tra i giovani e i direttori dei collegi? Sulla scorta delle indagini già condotte e con l’ausilio di documentazione archivistica inedita conservata nel Marianum e recentemente versata nell’Archivio dell’Ateneo (Carte Mea Tabanelli) si intende rispondere a queste domande. Si vedrà come i modelli formativi maschile e femminile fossero diversi; come diverso fosse lo stile educativo della direttrice del Marianum Mea Tabanelli e dei direttori e assistenti spirituali dell’Augustinianum ; come diverso fosse anche lo statuto giuridico dei due collegi, che consentiva maggior libertà e potere di controllo alla Tabanelli; come sin dalla seconda metà degli anni ‘50 il collegio cominciò a attuare una politica culturale ricca e stimolante, pur mantenendo regole interne rigide, che corrispondevano peraltro a modalità educative femminili tipiche dell’epoca; come fosse incoraggiata la dimensione partecipativa e anche assembleare negli anni Sessanta; come i fermenti interni al mondo cattolico pre-conciliare, di partecipazione del laicato alla liturgia e alla vita della Chiesa stimolassero una presa di coscienza e di autonomia; come fosse profondo e duraturo il rapporto delle ragazze con la Tabanelli, come testimoniato dalle centinaia di lettere conservate; quale fosse lo status sociale delle studentesse, di ceto medio-basso e quasi tutte destinate all’insegnamento e alla famiglia; come prevalesse tra i maschi la competizione intellettuale, mentre la Tabanelli bilanciava l’eccellenza negli studi con le attività caritative, favorendo una formazione meno astratta e quindi anche meno sensibile al fascino dell’utopia. Si conferma come all’interno dell’Università Cattolica e nei collegi gli strumenti di partecipazione agli organismi accademici e culturale già attivati da Gemelli favorissero il dibattito e la critica, mettendo poi in crisi il sistema stesso, nel momento in cui il principio di autorità fu contestato: germi di contestazione erano già presenti nel mondo cattolico studentesco negli anni Sessanta . Le ragazze vissero però in modo meno drammatico gli eventi del’68: in realtà solo una minoranza tra le collegiali abbracciò le posizioni estremistiche e abbandonò il collegio. La capacità di dialogo della Tabanelli e la sua fermezza riportarono alla calma il collegio, dopo il difficilissimo biennio 67-69. Per maggioranza delle collegiali, di umile provenienza da remoti paesi d’Italia, la vita nel Marianum, a Milano, con le sue aperture culturali e sollecitazioni religiose e caritative fu di per sé un momento determinante di emancipazione, pur nell’adesione a uno stile di vita tradizionale di madre e di insegnante.
Polenghi, S., Il collegio Marianum dagli anni Sessanta alla contestazione, in Bocci, M., Busani, M. (ed.), Towards 1968. Studenti cattolici nell'Europa occidentale degli anni Sessanta, Studium, Roma 2020: <<CULTURA>>, 322- 344 [http://hdl.handle.net/10807/149818]
Il collegio Marianum dagli anni Sessanta alla contestazione
Polenghi, Simonetta
2020
Abstract
L’Università Cattolica di Milano fu una delle sedi italiane che avviarono la protesta, guidata da studenti dell’Augustinianum, nell’inverno 1967. Anche il collegio femminile Marianum fu un epicentro della protesta. Il saggio intende soffermarsi sulle caratteristiche del collegio femminile, per rispondere ad alcune domande: quali furono le caratteristiche della partecipazione delle Marianne alla protesta? Perché essa si esaurì rapidamente a differenza di quella degli Agostini? Quale era il rapporto educativo tra i giovani e i direttori dei collegi? Sulla scorta delle indagini già condotte e con l’ausilio di documentazione archivistica inedita conservata nel Marianum e recentemente versata nell’Archivio dell’Ateneo (Carte Mea Tabanelli) si intende rispondere a queste domande. Si vedrà come i modelli formativi maschile e femminile fossero diversi; come diverso fosse lo stile educativo della direttrice del Marianum Mea Tabanelli e dei direttori e assistenti spirituali dell’Augustinianum ; come diverso fosse anche lo statuto giuridico dei due collegi, che consentiva maggior libertà e potere di controllo alla Tabanelli; come sin dalla seconda metà degli anni ‘50 il collegio cominciò a attuare una politica culturale ricca e stimolante, pur mantenendo regole interne rigide, che corrispondevano peraltro a modalità educative femminili tipiche dell’epoca; come fosse incoraggiata la dimensione partecipativa e anche assembleare negli anni Sessanta; come i fermenti interni al mondo cattolico pre-conciliare, di partecipazione del laicato alla liturgia e alla vita della Chiesa stimolassero una presa di coscienza e di autonomia; come fosse profondo e duraturo il rapporto delle ragazze con la Tabanelli, come testimoniato dalle centinaia di lettere conservate; quale fosse lo status sociale delle studentesse, di ceto medio-basso e quasi tutte destinate all’insegnamento e alla famiglia; come prevalesse tra i maschi la competizione intellettuale, mentre la Tabanelli bilanciava l’eccellenza negli studi con le attività caritative, favorendo una formazione meno astratta e quindi anche meno sensibile al fascino dell’utopia. Si conferma come all’interno dell’Università Cattolica e nei collegi gli strumenti di partecipazione agli organismi accademici e culturale già attivati da Gemelli favorissero il dibattito e la critica, mettendo poi in crisi il sistema stesso, nel momento in cui il principio di autorità fu contestato: germi di contestazione erano già presenti nel mondo cattolico studentesco negli anni Sessanta . Le ragazze vissero però in modo meno drammatico gli eventi del’68: in realtà solo una minoranza tra le collegiali abbracciò le posizioni estremistiche e abbandonò il collegio. La capacità di dialogo della Tabanelli e la sua fermezza riportarono alla calma il collegio, dopo il difficilissimo biennio 67-69. Per maggioranza delle collegiali, di umile provenienza da remoti paesi d’Italia, la vita nel Marianum, a Milano, con le sue aperture culturali e sollecitazioni religiose e caritative fu di per sé un momento determinante di emancipazione, pur nell’adesione a uno stile di vita tradizionale di madre e di insegnante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.