Transparency and anti-bribery measures in the Italian public procurement system

In the Italian legislation the existing measures of transparency and bribery prevention have been disciplined separately from the contractor’s choice system. After the approval of the public procurement code, the Italian National Anti-Corruption Authority (ANAC) took on the task of “pivot” between the systems of transparency and anti-corruption within the public procurement, playing a role of independent authority and exercising the regulatory powers which are carried out with the adoption of the so-called “Guidelines” for the code’s implementation. The purpose of the contribution is to verify how anti-corruption measures can integrate the contents of the procurement’s lex specialis and constitute a best practice within the public procurement system. On the other hand, it has to verify to what extent anti-corruption measures can be allowed and tolerated with the respect of the principles of the European Union law on procurements. First of all, the essay examines the different forms of transparency and publicity under the public contracts; then it analyzes the anti-corruption measures of a prescriptive and regulatory nature resulting from European law, from the Code of Public Contracts and the regulatory acts of ANAC; finally, the contractual anti-corruption measures (the so-called legality protocols) which may be introduced by procuring entities in the lex specialis of the tender.

Nell’ordinamento italiano le misure di trasparenza e di prevenzione della corruzione sono state disciplinate in modo separato rispetto al sistema di scelta del contraente del codice dei contratti pubblici. Successivamente all’approvazione del CCP, l’ANAC ha assunto il ruolo di “perno” del sistema della trasparenza e dell’anticorruzione esercitando sia i compiti di regolazione e di vigilanza sui contratti pubblici che le funzioni di prevenzione della corruzione attraverso l’adozione di c.d. Bandi Tipo e delle Linee guida di attuazione del codice dei contratti. Il contributo la finalità di verificare in che modo la trasparenza e le misure anticorruzione possono contribuire a prevenire la corruzione e rappresentare delle buone pratiche nel sistema dei contratti pubblici. Dall’altro lato, in che misura le misure di anticorruzione possono ritenersi ammesse e tollerabili rispetto ai principi del diritto europeo dei contratti. Nel contributo sono dapprima prese in esame le diverse forme di trasparenza e di pubblicità nell’ambito dei contratti pubblici, quindi analizzate le misure anticorruzione di tipo normativo e regolatorio che derivano dal diritto europeo, dal codice dei contratti pubblici e dagli atti di regolazione dell’ANAC nonché le misure anticorruzione di tipo contrattuale che possono essere introdotte dalle stazioni appaltanti nella lex specialis di gara.