Benedetto Rozo, esponente di una famiglia di monetieri milanesi, nel 1030 decise di erigere un complesso di chiese, dedicandolo alla SS. Trinità, nell’area dell’antico foro della città romana. Il progetto, esposto nel documento del 1030, fu condiviso ed elaborato con i vertici ecclesiastici e segnatamente con l’arcivescovo Ariberto e per l’insistita focalizzazione sugli aspetti della vita umana e sulla passione di Cristo sembra una ideale risposta alle dottrine diffuse poc’anzi in città dagli eretici di Monforte. La chiesa diventò nel 1100 il fulcro delle celebrazioni per l’avvenuta conquista di Gerusalemme per volontà dell’arcivescovo Anselmo IV in procinto di partire per la crociata e così finì per prevalere nella denominazione la dedica al Santo Sepolcro. La documentazione successiva attesta il mantenimento del giuspatronato nei vari rami in cui si divise la discendenza del fondatore e la perdurante importanza dell’edificio sacro entro il circuito cultuale cittadino.
Lucioni, A., SS. Trinità/San Sepolcro: l’ecclesia Rozonis in rapporto alla chiesa e alla città di Milano, in Ranaldi, A. (ed.), La chiesa ipogea di San Sepolcro umbilicus di Milano. Storia e restauro, Silvana Editoriale spa, Cinisello Balsamo (Milano) 2019: 51- 61 [http://hdl.handle.net/10807/147059]
SS. Trinità/San Sepolcro: l’ecclesia Rozonis in rapporto alla chiesa e alla città di Milano
Lucioni, Alfredo
2019
Abstract
Benedetto Rozo, esponente di una famiglia di monetieri milanesi, nel 1030 decise di erigere un complesso di chiese, dedicandolo alla SS. Trinità, nell’area dell’antico foro della città romana. Il progetto, esposto nel documento del 1030, fu condiviso ed elaborato con i vertici ecclesiastici e segnatamente con l’arcivescovo Ariberto e per l’insistita focalizzazione sugli aspetti della vita umana e sulla passione di Cristo sembra una ideale risposta alle dottrine diffuse poc’anzi in città dagli eretici di Monforte. La chiesa diventò nel 1100 il fulcro delle celebrazioni per l’avvenuta conquista di Gerusalemme per volontà dell’arcivescovo Anselmo IV in procinto di partire per la crociata e così finì per prevalere nella denominazione la dedica al Santo Sepolcro. La documentazione successiva attesta il mantenimento del giuspatronato nei vari rami in cui si divise la discendenza del fondatore e la perdurante importanza dell’edificio sacro entro il circuito cultuale cittadino.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.