Da sempre considerata come uno dei capisaldi sui quali venne eretta la moderna sintesi statuale irachena, la comunità arabo-sunnita della terra dei due fiumi tende generalmente a essere presentata come una realtà schieratasi compatta a fianco di Londra e della corona hashemita d’Iraq sorta nel 1921. Una posizione, questa, figlia del ruolo cruciale giocato da alcuni dei suoi leader di maggior spicco nel consolidamento delle istituzioni del Paese e dalla tradizionale primazia detenuta dalla comunità nel corso dei decenni che precedettero la caduta del regime di Saddam Hussein, ma che non riesce a esprimere la complessità di una realtà ben più eterogenea e frammentata di quanto generalmente descritto. Dietro un’apparente omogeneità di posizioni e intenti, infatti, si celavano una molteplicità di agende e interessi contrapposti ben riflessi dalle posizioni assunte dalle sue diverse anime durante il biennio 1919-1920 e, in particolare, nel corso della grande sollevazione del 1920. Un momento storico di cruciale importanza che ha segnato il destino della terra dei due fiumi, ma che spesso viene descritto come il prodotto di un’opposizione quasi esclusivamente arabo-sciita avente come epicentri il Medio-Basso Eufrate e le principali ‘atabat. Il contributo si propone, quindi, soprattutto attraverso il ricorso a fonti di archivio britanniche, di delineare la complessità delle relazioni interne alla comunità arabo-sunnita irachena all’indomani della fine del Primo conflitto mondiale e di evidenziarne le diverse posizioni nei confronti di Londra.
Plebani, A., Le diverse anime della comunità arabo-sunnita mesopotamica e le relazioni con Londra all'indomani della Prima guerra mondiale, in Merlati Mariel, M. M., Vignati Daniel, V. D. (ed.), Una storia, tante storie. Studi di storia internazionale, FrancoAngeli, Milano 2019: 93- 102 [http://hdl.handle.net/10807/146683]
Le diverse anime della comunità arabo-sunnita mesopotamica e le relazioni con Londra all'indomani della Prima guerra mondiale
Plebani, Andrea
2019
Abstract
Da sempre considerata come uno dei capisaldi sui quali venne eretta la moderna sintesi statuale irachena, la comunità arabo-sunnita della terra dei due fiumi tende generalmente a essere presentata come una realtà schieratasi compatta a fianco di Londra e della corona hashemita d’Iraq sorta nel 1921. Una posizione, questa, figlia del ruolo cruciale giocato da alcuni dei suoi leader di maggior spicco nel consolidamento delle istituzioni del Paese e dalla tradizionale primazia detenuta dalla comunità nel corso dei decenni che precedettero la caduta del regime di Saddam Hussein, ma che non riesce a esprimere la complessità di una realtà ben più eterogenea e frammentata di quanto generalmente descritto. Dietro un’apparente omogeneità di posizioni e intenti, infatti, si celavano una molteplicità di agende e interessi contrapposti ben riflessi dalle posizioni assunte dalle sue diverse anime durante il biennio 1919-1920 e, in particolare, nel corso della grande sollevazione del 1920. Un momento storico di cruciale importanza che ha segnato il destino della terra dei due fiumi, ma che spesso viene descritto come il prodotto di un’opposizione quasi esclusivamente arabo-sciita avente come epicentri il Medio-Basso Eufrate e le principali ‘atabat. Il contributo si propone, quindi, soprattutto attraverso il ricorso a fonti di archivio britanniche, di delineare la complessità delle relazioni interne alla comunità arabo-sunnita irachena all’indomani della fine del Primo conflitto mondiale e di evidenziarne le diverse posizioni nei confronti di Londra.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.