Il gusto è il senso che fa emergere l’implicazione del conoscere nell’immanenza del piacere. È quasi una formula a esprimerne il nodo: sapere che, pur non sapendo sé, gode e piacere sensoriale che invece sa e conosce. Oltre a piacere/conoscere, una serie di concetti frontalmente opposti s’è contesa la semantica del gusto disciplinandola di volta in volta con determinazioni predicative unilaterali: soggetto/oggetto, singolarità/socialità, sentimento/giudizio, natura/cultura, particolare/universale. Ma la chimica del gusto insegna che la sua significazione si produce diversificando, nel ritmo di uno scomporre e ricomporre. Il gusto è l’evento e il senso della differenziazione per approcci multipli, successivi, con godimento e dispendio . Non soltanto interagisce percettivamente con sostanze fuori da qualsiasi intenzione rappresentazionale, ma si trova incorniciato nell’irrappresentabile. L’irrappresentabile è precisamente il disgusto (il quale non ha nulla a che fare con il cattivo gusto). Disgustoso è ciò che impedisce, dopo il contatto, tanto l’intenzione idealizzante e il giudizio sul contenuto quanto la successione di accoppiamenti con le sostanze del mondo-ambiente da cui emergono sia l’organismo sia il suo intorno. Il disgustoso impedisce l’interiorizzazione e la percettualizzazione. “Presentandosi” in un tocco o flusso, cancella lo spazio della rappresentabilità. Plasma il gusto negando in esso il piacere di chi vi si espone e ciò che vi è esposto. Il senso del gusto è un evento che esercita una critica di qualsiasi disgustosa negazione della differenza anche in sfere sociali e politiche
Boffi, G., Gusto, in Ferrario, G. (ed.), Estetica dell'arte contemporanea, Meltemi, Milano 2019: <<BIBLIOTECA. ESTETICA E CULTURE VISUALI>>, 21- 44 [http://hdl.handle.net/10807/146635]
Gusto
Boffi, GuidoPrimo
2019
Abstract
Il gusto è il senso che fa emergere l’implicazione del conoscere nell’immanenza del piacere. È quasi una formula a esprimerne il nodo: sapere che, pur non sapendo sé, gode e piacere sensoriale che invece sa e conosce. Oltre a piacere/conoscere, una serie di concetti frontalmente opposti s’è contesa la semantica del gusto disciplinandola di volta in volta con determinazioni predicative unilaterali: soggetto/oggetto, singolarità/socialità, sentimento/giudizio, natura/cultura, particolare/universale. Ma la chimica del gusto insegna che la sua significazione si produce diversificando, nel ritmo di uno scomporre e ricomporre. Il gusto è l’evento e il senso della differenziazione per approcci multipli, successivi, con godimento e dispendio . Non soltanto interagisce percettivamente con sostanze fuori da qualsiasi intenzione rappresentazionale, ma si trova incorniciato nell’irrappresentabile. L’irrappresentabile è precisamente il disgusto (il quale non ha nulla a che fare con il cattivo gusto). Disgustoso è ciò che impedisce, dopo il contatto, tanto l’intenzione idealizzante e il giudizio sul contenuto quanto la successione di accoppiamenti con le sostanze del mondo-ambiente da cui emergono sia l’organismo sia il suo intorno. Il disgustoso impedisce l’interiorizzazione e la percettualizzazione. “Presentandosi” in un tocco o flusso, cancella lo spazio della rappresentabilità. Plasma il gusto negando in esso il piacere di chi vi si espone e ciò che vi è esposto. Il senso del gusto è un evento che esercita una critica di qualsiasi disgustosa negazione della differenza anche in sfere sociali e politicheI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.