Cos’è l’Outdoor Education? Perché se ne parla sempre di più? Quali sono le sue radici pedagogiche? Nell’epoca della formazione a distanza e dell’intelligenza artificiale ha ancora significato parlare di un’educazione all’aria aperta, agita oltre gli spazi convenzionali? Quali luoghi privilegia e quali trascura? Quale valore attribuire al “fuori”? In un mondo che blocca sempre più spesso tra muri e confini dobbiamo riconnetterci alla natura, in un rapporto interazionale tra ambiente naturale e umano. La natura non è un lusso per pochi, è la nostra casa comune, esperita in modo autentico, diviene vita vissuta, tra piaceri e gioie, occasione di educazione dei sensi e al senso del vivere. In una molteplice gamma di luoghi di pratica educativa, la prospettiva dell’Outdoor Education apre le porte a nuovi alfabeti e consente di riscoprire linguaggi non più storicamente inediti ma operativamente tutt’oggi innovativi, in uno sforzo processuale per sviluppare creatività collaborativa e contestuale, fondata sulla partecipazione e non sul dominio, verso un tempo ritrovato in cui la conoscenza vada di pari passo con la convivenza, in cui coesistano e interagiscano diverse intelligenze, in cui i contenuti da apprendere cessano di essere recepiti come qualcosa da memorizzare ma sono esperienza comune, profonda, sentita, viva. Esperienze in natura e natura delle esperienze tra in e out, sono da cogliere nell’interdipendenza e compenetrazione di contesti ambientali e umani diversi. Si tratta di vivere e abitare nel e con il mondo, investendo in modo pedagogico sul paradigma della sostenibilità. Outdoor Education costrutto trasformativo e generativo, ben altro che moda!

Birbes, C. (ed.), Outdoor Education. Sguardi interpretativi e dimensioni pedagogiche, Pensa MultiMedia, Lecce - Brescia 2018: 179 [http://hdl.handle.net/10807/146194]

Outdoor Education. Sguardi interpretativi e dimensioni pedagogiche

Birbes, Cristina
2018

Abstract

Cos’è l’Outdoor Education? Perché se ne parla sempre di più? Quali sono le sue radici pedagogiche? Nell’epoca della formazione a distanza e dell’intelligenza artificiale ha ancora significato parlare di un’educazione all’aria aperta, agita oltre gli spazi convenzionali? Quali luoghi privilegia e quali trascura? Quale valore attribuire al “fuori”? In un mondo che blocca sempre più spesso tra muri e confini dobbiamo riconnetterci alla natura, in un rapporto interazionale tra ambiente naturale e umano. La natura non è un lusso per pochi, è la nostra casa comune, esperita in modo autentico, diviene vita vissuta, tra piaceri e gioie, occasione di educazione dei sensi e al senso del vivere. In una molteplice gamma di luoghi di pratica educativa, la prospettiva dell’Outdoor Education apre le porte a nuovi alfabeti e consente di riscoprire linguaggi non più storicamente inediti ma operativamente tutt’oggi innovativi, in uno sforzo processuale per sviluppare creatività collaborativa e contestuale, fondata sulla partecipazione e non sul dominio, verso un tempo ritrovato in cui la conoscenza vada di pari passo con la convivenza, in cui coesistano e interagiscano diverse intelligenze, in cui i contenuti da apprendere cessano di essere recepiti come qualcosa da memorizzare ma sono esperienza comune, profonda, sentita, viva. Esperienze in natura e natura delle esperienze tra in e out, sono da cogliere nell’interdipendenza e compenetrazione di contesti ambientali e umani diversi. Si tratta di vivere e abitare nel e con il mondo, investendo in modo pedagogico sul paradigma della sostenibilità. Outdoor Education costrutto trasformativo e generativo, ben altro che moda!
2018
Italiano
978-886760-630-6
Pensa MultiMedia
Birbes, C. (ed.), Outdoor Education. Sguardi interpretativi e dimensioni pedagogiche, Pensa MultiMedia, Lecce - Brescia 2018: 179 [http://hdl.handle.net/10807/146194]
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