Negli ultimi 150 anni il territorio dell’attuale provincia del Verbano-Cusio-Ossola ha profondamente mutato il suo assetto demografico incrementando di oltre il 50% la popolazione residente. Tuttavia, l’andamento è stato molto disomogeneo, caratterizzando di più le aree interessate dal maggiore sviluppo industriale e registrando lo spopolamento, tuttora in corso, di quelle montane, causato invece dalla marginalità geografica, dalla scarsa accessibilità e dalla carenza di risorse economiche. In alcuni casi, sono state favorevolmente determinanti, le cause geopolitiche, legate alla presenza del confine di Stato che ha alimentato le attività doganali e il contrabbando. Oggi la stabilizzazione delle poche comunità rimaste a presidiare le aree montane può essere riproposta con la valorizzazione di risorse vecchie e nuove, come il turismo e la gestione di aree protette, generando nuovi posti di lavoro e compensando in parte la progressiva riduzione di quelli legati all’industria che, per decenni, fino al secondo dopoguerra, aveva sostenuto l’economia e l’evoluzione demografica.
Lucarno, G., Spopolamento differenziato nell’area del Verbano-Cusio-Ossola: cause, effetti socio-territoriali e prospettive di ripopolamento, in G. Macchi Janica, A. P. (ed.), Territori spezzati. Spopolamento e abbandono delle aree interne dell’Italia contemporanea, CISGE - Centro Italiano per gli Studi Sotrico-Geografici, Roma 2019: 29- 34 [http://hdl.handle.net/10807/143043]
Spopolamento differenziato nell’area del Verbano-Cusio-Ossola: cause, effetti socio-territoriali e prospettive di ripopolamento
Lucarno, Guido
2019
Abstract
Negli ultimi 150 anni il territorio dell’attuale provincia del Verbano-Cusio-Ossola ha profondamente mutato il suo assetto demografico incrementando di oltre il 50% la popolazione residente. Tuttavia, l’andamento è stato molto disomogeneo, caratterizzando di più le aree interessate dal maggiore sviluppo industriale e registrando lo spopolamento, tuttora in corso, di quelle montane, causato invece dalla marginalità geografica, dalla scarsa accessibilità e dalla carenza di risorse economiche. In alcuni casi, sono state favorevolmente determinanti, le cause geopolitiche, legate alla presenza del confine di Stato che ha alimentato le attività doganali e il contrabbando. Oggi la stabilizzazione delle poche comunità rimaste a presidiare le aree montane può essere riproposta con la valorizzazione di risorse vecchie e nuove, come il turismo e la gestione di aree protette, generando nuovi posti di lavoro e compensando in parte la progressiva riduzione di quelli legati all’industria che, per decenni, fino al secondo dopoguerra, aveva sostenuto l’economia e l’evoluzione demografica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.