Lo scorso 6 novembre si sono tenute negli Stati Uniti le elezioni di midterm per il rinnovo della Camera dei rappresentanti, di parte del Senato, di un numero importante di seggi governatoriali e di un numero ancora maggiore di posizioni “minori”. Contro le attese di molti osservatori, le elezioni non sono state segnate dall’atteso successo “di massa” del Partito democratico (la c.d. “onda blu”). Al contrario, il Partito repubblicano ha rafforzato la sua maggioranza al Senato e il Presidente Trump la sua posizione all’interno del partito. Nonostante lo scenario di “governo diviso”, la Casa Bianca non sembra, quindi, avere perso i margini d’azione di cui ha goduto sinora, anche perché la frattura democratici/repubblicani è, nella prassi quotidiana, molto meno rigida che in teoria. I nuovi assetti del Congresso non saranno, quindi, privi di ricadute ma, dal lato dell’amministrazione, queste appaiono, tutto sommato, gestibili. Poche cose sembrano cambiare anche nel campo dei rapporti con l’Europa. La questione ha attirato poca attenzione in campagna elettorale e il nuovo Congresso appare poco interessato a cambiare tale stato di cose. Tuttavia, il tema delle relazioni transatlantiche (che attualmente sembrano attraversare una fase di difficoltà strutturale) occupa un posto non trascurabile nell’agenda internazionale di Washington e non può non essere affrontato nel prossimo futuro anche alla luce dell’appuntamento elettorale del 2020 per il quale i giochi paiono essere già avviati.

Pastori, G., The US midterm elections and their impacts on the country and Europe, Osservatorio Strategico [CeMiSS] - 2018/02, Centro Militare di Studi Strategici, Roma 2018: 8-11 [http://hdl.handle.net/10807/142795]

The US midterm elections and their impacts on the country and Europe

Pastori, Gianluca
2018

Abstract

Lo scorso 6 novembre si sono tenute negli Stati Uniti le elezioni di midterm per il rinnovo della Camera dei rappresentanti, di parte del Senato, di un numero importante di seggi governatoriali e di un numero ancora maggiore di posizioni “minori”. Contro le attese di molti osservatori, le elezioni non sono state segnate dall’atteso successo “di massa” del Partito democratico (la c.d. “onda blu”). Al contrario, il Partito repubblicano ha rafforzato la sua maggioranza al Senato e il Presidente Trump la sua posizione all’interno del partito. Nonostante lo scenario di “governo diviso”, la Casa Bianca non sembra, quindi, avere perso i margini d’azione di cui ha goduto sinora, anche perché la frattura democratici/repubblicani è, nella prassi quotidiana, molto meno rigida che in teoria. I nuovi assetti del Congresso non saranno, quindi, privi di ricadute ma, dal lato dell’amministrazione, queste appaiono, tutto sommato, gestibili. Poche cose sembrano cambiare anche nel campo dei rapporti con l’Europa. La questione ha attirato poca attenzione in campagna elettorale e il nuovo Congresso appare poco interessato a cambiare tale stato di cose. Tuttavia, il tema delle relazioni transatlantiche (che attualmente sembrano attraversare una fase di difficoltà strutturale) occupa un posto non trascurabile nell’agenda internazionale di Washington e non può non essere affrontato nel prossimo futuro anche alla luce dell’appuntamento elettorale del 2020 per il quale i giochi paiono essere già avviati.
2018
Inglese
9788899468880
Centro Militare di Studi Strategici
Una versione in lingua italiana del contributo è stata pubblicata con il titolo 'Il voto di midterm negli Stati Uniti; quali impatti per il Paese e per l’Europa?' nella ed. italiana della pubblicazione, pp. 13-19.
Pastori, G., The US midterm elections and their impacts on the country and Europe, Osservatorio Strategico [CeMiSS] - 2018/02, Centro Militare di Studi Strategici, Roma 2018: 8-11 [http://hdl.handle.net/10807/142795]
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