Il contributo di Weber, e in particolare i suoi studi sulle origini del capitalismo, sono stati di fondamentale importanza per lo sviluppo successivo della sociologia economica. La definizione che Weber dà al capitalismo è frutto di un lungo processo di analisi che può essere ricostruito attraverso molti dei suoi scritti. Tale percorso di ricerca ha portato l’autore a formulare una vera e propria tipologia di modelli di capitalismo, che rappresenta le diverse forme organizzate di «impresa» e di orientamento acquisitivo. Secondo Weber, infatti, «vi è capitalismo là dove la copertura del fabbisogno di un gruppo umano – secondo la modalità di una economia acquisitiva – ha luogo tramite impresa, non importa di quale fabbisogno si tratti» (Weber 1923, trad. it. 1993, p. 243). In particolare, Weber individua tre modelli di capitalismo all’interno dei quali sono compresi tali diversi orientamenti all’azione economica: si tratta del capitalismo politico, del capitalismo tradizionale commerciale e del capitalismo razionale (Swedberg 1998). I primi due tipi di capitalismo sono quelli che Weber colloca già in epoche antiche, e che si trovano in diverse civiltà, mentre il capitalismo razionale è un orientamento «moderno» che si sviluppa nel contesto occidentale. Il primo tipo di capitalismo, quello politico, emerge secondo la definizione di Weber quando è la sfera politica ad aprire degli spazi per l’attività economica. È un capitalismo che prende forma attraverso le forze politiche e ha solo indirettamente un carattere economico. In questo caso, dunque, l’opportunità di acquisizione del profitto è detenuta da gruppi o singoli attori politici, o individui orientati ad agire politicamente, nelle mani dei quali è detenuto un potere garantito politicamente. Weber ne individua diversi sotto-tipi, come per esempio il capitalismo d’avventura, orientato verso l’acquisizione violenta e l’azione predatoria – si pensi al profitto ottenuto attraverso il dominio coloniale –, oppure quello basato su forme di autorità politica. Questo tipo di capitalismo è caratterizzato da una razionalità che non è funzionale rispetto alla regolazione di mercato e può anche essere di ostacolo allo sviluppo economico.
Burroni, L., Scalise, G., Manzo, C., Max Weber. Il capitalismo, in Barbera, F., Pais, I., Fondamenti di Sociologia Economica, EGEA, MILANO -- ITA 2017: 3-15 [http://hdl.handle.net/10807/139850]
Max Weber. Il capitalismo
Manzo, Cecilia
2017
Abstract
Il contributo di Weber, e in particolare i suoi studi sulle origini del capitalismo, sono stati di fondamentale importanza per lo sviluppo successivo della sociologia economica. La definizione che Weber dà al capitalismo è frutto di un lungo processo di analisi che può essere ricostruito attraverso molti dei suoi scritti. Tale percorso di ricerca ha portato l’autore a formulare una vera e propria tipologia di modelli di capitalismo, che rappresenta le diverse forme organizzate di «impresa» e di orientamento acquisitivo. Secondo Weber, infatti, «vi è capitalismo là dove la copertura del fabbisogno di un gruppo umano – secondo la modalità di una economia acquisitiva – ha luogo tramite impresa, non importa di quale fabbisogno si tratti» (Weber 1923, trad. it. 1993, p. 243). In particolare, Weber individua tre modelli di capitalismo all’interno dei quali sono compresi tali diversi orientamenti all’azione economica: si tratta del capitalismo politico, del capitalismo tradizionale commerciale e del capitalismo razionale (Swedberg 1998). I primi due tipi di capitalismo sono quelli che Weber colloca già in epoche antiche, e che si trovano in diverse civiltà, mentre il capitalismo razionale è un orientamento «moderno» che si sviluppa nel contesto occidentale. Il primo tipo di capitalismo, quello politico, emerge secondo la definizione di Weber quando è la sfera politica ad aprire degli spazi per l’attività economica. È un capitalismo che prende forma attraverso le forze politiche e ha solo indirettamente un carattere economico. In questo caso, dunque, l’opportunità di acquisizione del profitto è detenuta da gruppi o singoli attori politici, o individui orientati ad agire politicamente, nelle mani dei quali è detenuto un potere garantito politicamente. Weber ne individua diversi sotto-tipi, come per esempio il capitalismo d’avventura, orientato verso l’acquisizione violenta e l’azione predatoria – si pensi al profitto ottenuto attraverso il dominio coloniale –, oppure quello basato su forme di autorità politica. Questo tipo di capitalismo è caratterizzato da una razionalità che non è funzionale rispetto alla regolazione di mercato e può anche essere di ostacolo allo sviluppo economico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.