In Toscana le scuole selezionate per gli studi di caso sono: due scuole secondarie di primo grado; due Istituti Tecnici; due Licei scientifici, di cui uno con un’elevata caratterizzazione di indirizzo. Quasi tutte le scuole si collocano in aree urbane o in piccoli comuni vicini a grandi città, solo un istituto ha sede in un’area montana. Il quadro che emerge è piuttosto variegato (Fig. X.1). Quattro scuole si collocano in contesti con bassa criticità (Quadrante 2 e 3) e solo in un caso la scuola (Liceo0) non riesce ad attivare una rete di attori che agiscono in una logica integrata tale da determinare la possibilità che la scuola riesca a sfruttare al meglio le condizioni di origine sui risultati prodotti. Le restanti due scuole oggetto di studio (Quadrante 1 e 4) l’alta criticità di contesto è determinata dall’elevata presenza di stranieri e da famiglie italiane con un basso reddito e un basso livello d’istruzione. I due istituti “rispondono” a tali criticità in modi opposti: da un lato una scuola (Media0) non reagisce alla marginalità del ambiente socio-economico creando un “effetto fuga”, dall’altro la seconda scuola (Media1) percepisce il contesto come sfida da affrontare al fine di livellare le diseguaglianze delle opportunità educative. In questo primo paragrafo sono approfondite le principali caratteristiche delle scuole in base alla loro posizione all’interno del grafico (Fig. X.1) e in relazione alle performance in termini di competenze degli studenti (come specificato nel Capitolo VII)
Manzo, C., Dentro le scuole. Il caso della Toscana, in Asso, P., Azzolina, L., Pavolini, E., L'istruzione difficile. I divari nelle competenze fra Nord e Sud, Donzelli Editore, Roma 2015: 333-352 [http://hdl.handle.net/10807/139827]
Dentro le scuole. Il caso della Toscana
Manzo, Cecilia
2015
Abstract
In Toscana le scuole selezionate per gli studi di caso sono: due scuole secondarie di primo grado; due Istituti Tecnici; due Licei scientifici, di cui uno con un’elevata caratterizzazione di indirizzo. Quasi tutte le scuole si collocano in aree urbane o in piccoli comuni vicini a grandi città, solo un istituto ha sede in un’area montana. Il quadro che emerge è piuttosto variegato (Fig. X.1). Quattro scuole si collocano in contesti con bassa criticità (Quadrante 2 e 3) e solo in un caso la scuola (Liceo0) non riesce ad attivare una rete di attori che agiscono in una logica integrata tale da determinare la possibilità che la scuola riesca a sfruttare al meglio le condizioni di origine sui risultati prodotti. Le restanti due scuole oggetto di studio (Quadrante 1 e 4) l’alta criticità di contesto è determinata dall’elevata presenza di stranieri e da famiglie italiane con un basso reddito e un basso livello d’istruzione. I due istituti “rispondono” a tali criticità in modi opposti: da un lato una scuola (Media0) non reagisce alla marginalità del ambiente socio-economico creando un “effetto fuga”, dall’altro la seconda scuola (Media1) percepisce il contesto come sfida da affrontare al fine di livellare le diseguaglianze delle opportunità educative. In questo primo paragrafo sono approfondite le principali caratteristiche delle scuole in base alla loro posizione all’interno del grafico (Fig. X.1) e in relazione alle performance in termini di competenze degli studenti (come specificato nel Capitolo VII)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.