La ricerca ha evidenziato come – pur in presenza di una serie di caratteristiche comuni ai processi di internazionalizzazione – le imprese sono eterogenee e si distinguono non solo per gli specifici drivers – cioè per i fattori trainanti che condizionano la loro scelta di internazionalizzarsi – ma soprattutto per l’evoluzione del processo stesso. Tuttavia, sono rintracciabili dei tratti comuni che aiutano a delineare degli idealtipi. Nel presentare i risultati dell’indagine2, le imprese che intraprendono un percorso di internazionalizzazione sono state distinte tra consolidate e emergenti, e questa distinzione si può anche applicare alle imprese che delocalizzano. Prima di entrare nel merito dell’analisi va ricordato che con il termine internazionalizzazione si indica l’espansione dell’impresa al di fuori del proprio mercato nazionale. L’internazionalizzazione può avvenire secondo tre modalità: a) l’espansione mercantile, dove i prodotti realizzati nel paese d’origine vengono esportati e commercializzati all’estero; b) gli investimenti diretti esteri (IDE), che contribuiscono a dar vita alla più comune impresa multinazionale (IMN) che possiede stabilimenti produttivi in uno o più paesi esteri, eventualmente anche in joint-venture con operatori locali; c) le forme intermedie di internazionalizzazione come accordi, licenze, contratti di assistenza tecnica e commerciale, ecc., che consentono di vendere o affittare la tecnologia ad operatori locali di paesi esteri. In questo capitolo verranno presentati casi particolarmente significativi di imprese consolidate e emergenti che esportano o delocalizzano, o che perseguono entrambe le strategie simultaneamente. Tali casi aziendali, considerati di successo, sono stati oggetto di un ulteriore approfondimento attraverso incontri con gli imprenditori. Le analisi che seguono fanno riferimento a 21 imprese: 14 sono esportatrici; 4 esportano e fanno investimenti all’estero; 3 fanno solo investimenti all’estero (in quanto l’oggetto della produzione è intrinsecamente non esportabile).
Manzo, C., Ricchiuti, G., Giunta, R., Alcune storie di successo delle imprese siciliane all’estero, in Trigilia, C., Asso, P. F., Dall’isola al mondo. L’internazionalizzazione leggera in Sicilia, Donzelli Editore, ROMA -- ITA 2013: 276-288 [http://hdl.handle.net/10807/139649]
Alcune storie di successo delle imprese siciliane all’estero
Manzo, Cecilia;
2013
Abstract
La ricerca ha evidenziato come – pur in presenza di una serie di caratteristiche comuni ai processi di internazionalizzazione – le imprese sono eterogenee e si distinguono non solo per gli specifici drivers – cioè per i fattori trainanti che condizionano la loro scelta di internazionalizzarsi – ma soprattutto per l’evoluzione del processo stesso. Tuttavia, sono rintracciabili dei tratti comuni che aiutano a delineare degli idealtipi. Nel presentare i risultati dell’indagine2, le imprese che intraprendono un percorso di internazionalizzazione sono state distinte tra consolidate e emergenti, e questa distinzione si può anche applicare alle imprese che delocalizzano. Prima di entrare nel merito dell’analisi va ricordato che con il termine internazionalizzazione si indica l’espansione dell’impresa al di fuori del proprio mercato nazionale. L’internazionalizzazione può avvenire secondo tre modalità: a) l’espansione mercantile, dove i prodotti realizzati nel paese d’origine vengono esportati e commercializzati all’estero; b) gli investimenti diretti esteri (IDE), che contribuiscono a dar vita alla più comune impresa multinazionale (IMN) che possiede stabilimenti produttivi in uno o più paesi esteri, eventualmente anche in joint-venture con operatori locali; c) le forme intermedie di internazionalizzazione come accordi, licenze, contratti di assistenza tecnica e commerciale, ecc., che consentono di vendere o affittare la tecnologia ad operatori locali di paesi esteri. In questo capitolo verranno presentati casi particolarmente significativi di imprese consolidate e emergenti che esportano o delocalizzano, o che perseguono entrambe le strategie simultaneamente. Tali casi aziendali, considerati di successo, sono stati oggetto di un ulteriore approfondimento attraverso incontri con gli imprenditori. Le analisi che seguono fanno riferimento a 21 imprese: 14 sono esportatrici; 4 esportano e fanno investimenti all’estero; 3 fanno solo investimenti all’estero (in quanto l’oggetto della produzione è intrinsecamente non esportabile).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.