Nei quattro capitoli, tutti inediti, che compongono il libro (I: Virginio Cesarini, Galileo e l'Accademia dei Lincei; II: Roma 1623: letteratura e vita civile; III: Agostino Mascardi tra accademia e nuova scienza; IV: Umanisti e Lincei: le 'vitae' di Virginio Cesarini), si ricostruisce l'influenza esercitata dalla figura e dall'opera di Galileo su alcuni letterati quali Virginio Cesarini, Agostino Mascardi e Giovanni Ciampoli. Attraverso l'analisi di testi largamente ignorati, e spesso rari, si seguono con particolare attenzione i primi segnali di quello che in seguito verrà definito il conflitto tra le 'due culture'. Il primo capitolo ricostruisce la vicenda biografica ed intellettuale di Virginio Cesarini, personaggio profondamente inserito nella idealità lincea del principe Cesi e prezioso sostenitore della causa gelileana anche dalle pagine del 'Saggiatore'. Nei capitoli centrali ci si sofferma sull''umanista' Agostino Mascardi le cui 'Pompe del Campidoglio', edite nel 1624, rappresentano il 'manifesto' civile e letterario dei più stretti collaboratori di Urbano VIII all'indomani dell'insediamento del nuovo pontefice. Lo scritto del Mascardi propone un'idea di 'principe' magnanimo e liberale, nonché alieno dalla pratica del nepotismo, ma anche un'ipotesi di letteratura che si muove sulla linea maestra della tradizione e capace di costituire una alternativa classicistica alla fortuna di Marino e dei suoi seguaci. Di Mascardi si porta alla luce altresì l'intensa attività di promozione culturale svolta nelle accademie romane di primo Seicento e si riannodano i fili del suo dialogo, insospettabilmente intenso, con la nuova scienza galileiana. Analizzando alcune 'vitae' di Virginio Cesarini, precocemente scomparso nel 1624, l'ultimo capitolo svela le tensioni presenti a Roma tra i Gesuiti e l'Accademia filogalileiana del principe Cesi dopo l'uscita del 'Saggiatore' e illustra il tentativo operato dai Lincei di proporre una immagine esclusivamente scientifica del Cesarini, in opposizione alla biografia 'umanistica' del letterato linceo tratteggiata nell'orazione funebre letta dal Mascardi presso l'Accademia degli Umoristi.
Bellini, E., Umanisti e Lincei. Letteratura e scienza a Roma nell'età di Galileo, Antenore, Padova 1997: 319 [http://hdl.handle.net/10807/13859]
Umanisti e Lincei. Letteratura e scienza a Roma nell'età di Galileo
Bellini, Eraldo
1997
Abstract
Nei quattro capitoli, tutti inediti, che compongono il libro (I: Virginio Cesarini, Galileo e l'Accademia dei Lincei; II: Roma 1623: letteratura e vita civile; III: Agostino Mascardi tra accademia e nuova scienza; IV: Umanisti e Lincei: le 'vitae' di Virginio Cesarini), si ricostruisce l'influenza esercitata dalla figura e dall'opera di Galileo su alcuni letterati quali Virginio Cesarini, Agostino Mascardi e Giovanni Ciampoli. Attraverso l'analisi di testi largamente ignorati, e spesso rari, si seguono con particolare attenzione i primi segnali di quello che in seguito verrà definito il conflitto tra le 'due culture'. Il primo capitolo ricostruisce la vicenda biografica ed intellettuale di Virginio Cesarini, personaggio profondamente inserito nella idealità lincea del principe Cesi e prezioso sostenitore della causa gelileana anche dalle pagine del 'Saggiatore'. Nei capitoli centrali ci si sofferma sull''umanista' Agostino Mascardi le cui 'Pompe del Campidoglio', edite nel 1624, rappresentano il 'manifesto' civile e letterario dei più stretti collaboratori di Urbano VIII all'indomani dell'insediamento del nuovo pontefice. Lo scritto del Mascardi propone un'idea di 'principe' magnanimo e liberale, nonché alieno dalla pratica del nepotismo, ma anche un'ipotesi di letteratura che si muove sulla linea maestra della tradizione e capace di costituire una alternativa classicistica alla fortuna di Marino e dei suoi seguaci. Di Mascardi si porta alla luce altresì l'intensa attività di promozione culturale svolta nelle accademie romane di primo Seicento e si riannodano i fili del suo dialogo, insospettabilmente intenso, con la nuova scienza galileiana. Analizzando alcune 'vitae' di Virginio Cesarini, precocemente scomparso nel 1624, l'ultimo capitolo svela le tensioni presenti a Roma tra i Gesuiti e l'Accademia filogalileiana del principe Cesi dopo l'uscita del 'Saggiatore' e illustra il tentativo operato dai Lincei di proporre una immagine esclusivamente scientifica del Cesarini, in opposizione alla biografia 'umanistica' del letterato linceo tratteggiata nell'orazione funebre letta dal Mascardi presso l'Accademia degli Umoristi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.