Lo scritto commenta l'ordinanza n. 207/2018 della Corte costituzuionale italiana in tema di aiuto al suicidio: Viene valutato criticamente l'assunto secondo cui già la legge n. 219/2017 avrebbe ammesso un ambito di cooperazione del medico all'intento del paziente di provocare la propria morte. Di una simile apertura si evidenzia, in particolare, il rischio dell'induzione, per ragioni economiche, di soggetti deboli a optare per la scelta di procurarsi la morte. Si ritiene che debba rimanere fermo il punto di equilibrio realizzato dalla legge n. 219/2017, che subordina al consenso del malato l'attivazione o la prosecuione di trattamenti sanitari, garantendo nel contempo al medesimo il diritto di non soffrire (anche ricorrendo nella fase che precede la morte, ove non sussistano altri strumenti adeguati, alla sedazione palliativa profonda), ma non ammette l'agire per anticipare artificialmente il momento della morte. Viene atresì evidenziata la forzatura del rapporto tra Corte costituzionale e Parlamento che si realizza con la menzionata ordinanza, ritenendosi non scontale le conseguenze circa le decisioni successive della Corte costituzionale nel caso in cui il Parlamento ribadisse la validità delle scelte operate nel 2017, salva la disponibilità a rivedere e a differenziare l'assetto sanzionatorio di cui all'art. 580 c.p.

Eusebi, L., Regole di fine vita e poteri dello Stato: sulla ordinanza n. 207/2018 della Corte costituzionale, in Marini, F., Cupelli, C. (ed.), Il caso Cappato. Riflessioni a margine dell’ordinanza della Corte costituzionale n. 207 del 2018, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2019: 131- 143 [http://hdl.handle.net/10807/136332]

Regole di fine vita e poteri dello Stato: sulla ordinanza n. 207/2018 della Corte costituzionale

Eusebi, Luciano
2019

Abstract

Lo scritto commenta l'ordinanza n. 207/2018 della Corte costituzuionale italiana in tema di aiuto al suicidio: Viene valutato criticamente l'assunto secondo cui già la legge n. 219/2017 avrebbe ammesso un ambito di cooperazione del medico all'intento del paziente di provocare la propria morte. Di una simile apertura si evidenzia, in particolare, il rischio dell'induzione, per ragioni economiche, di soggetti deboli a optare per la scelta di procurarsi la morte. Si ritiene che debba rimanere fermo il punto di equilibrio realizzato dalla legge n. 219/2017, che subordina al consenso del malato l'attivazione o la prosecuione di trattamenti sanitari, garantendo nel contempo al medesimo il diritto di non soffrire (anche ricorrendo nella fase che precede la morte, ove non sussistano altri strumenti adeguati, alla sedazione palliativa profonda), ma non ammette l'agire per anticipare artificialmente il momento della morte. Viene atresì evidenziata la forzatura del rapporto tra Corte costituzionale e Parlamento che si realizza con la menzionata ordinanza, ritenendosi non scontale le conseguenze circa le decisioni successive della Corte costituzionale nel caso in cui il Parlamento ribadisse la validità delle scelte operate nel 2017, salva la disponibilità a rivedere e a differenziare l'assetto sanzionatorio di cui all'art. 580 c.p.
2019
Italiano
Il caso Cappato. Riflessioni a margine dell’ordinanza della Corte costituzionale n. 207 del 2018
978-88-495-3890-8
Edizioni Scientifiche Italiane
Una versione antecedente dello scritto, che si discosta dalla medesima solo per minime variazioni, è stata pubblicata in https://www.penalecontemporaneo.it, 27 marzo 2019 (11 pp.).
Eusebi, L., Regole di fine vita e poteri dello Stato: sulla ordinanza n. 207/2018 della Corte costituzionale, in Marini, F., Cupelli, C. (ed.), Il caso Cappato. Riflessioni a margine dell’ordinanza della Corte costituzionale n. 207 del 2018, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2019: 131- 143 [http://hdl.handle.net/10807/136332]
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