Fattispecie di reato e delinquenza minorile: questioni attuali di imputabilità

Il contributo approfondisce il tema dell'accertamento dell'imputabilità penale, che nel caso dell'autore di reato di età inferiore agli anni diciotto richiede l'indagine di una capacità di intendere e di volere del tutto peculiare rispetto a quella dell'adulto. La capacità di autodeterminazione e di comprensione dell'agire del soggetto fra i quattordici ed i diciotto anni, infatti, deve essere valutata secondo il suo grado di "maturità". L'accertamento richiesto presenta aspetti di difficoltà, considerata la complessità di questa nozione e la pluralità di fattori che possono concorrere alla sua valutazione. Particolare significato ai fini di questo giudizio assume il fatto concreto materialmente realizzato, che diviene una sorta di indice di natura oggettiva al quale rapportare la capacità di discernimento e di volizione dell’agente. L'Autore si sofferma in particolare sui problemi che emergono dalla prassi più recente, evidenziando alcuni casi con i quali la giurisprudenza si è dovuta confrontare: da essi traspare il disagio di un giudizio sulla maturità del minore nel quale le esigenze di prevenzione generale e di retribuzione si confrontano con quelle di prevenzione speciale. Gli aspetti di problematicità che caratterizzano il concetto di maturità ed il suo accertamento si accentuano poi in modo particolare in relazione ai reati che offendono la libertà sessuale e alle condotte – sempre più frequenti tra gli adolescenti – di diffusione di materiale pornografico. Si tratta di comportamenti rispetto ai quali – soprattutto nell'attuale contesto sociale, caratterizzato dalla estrema facilità delle modalità comunicazionali – deve essere condotta una seria riflessione circa il fatto che il reale disvalore etico-sociale di tali comportamenti sia immediatamente ed effettivamente percepibile dalla persona minorenne.