Il contributo analizza i servizi e gli interventi presenti a favore delle coppie. Se ne delinea un quadro fatto più di vuoti che di pieni, infatti: scarsa attenzione è data nella rete dei servizi alla cura della coppia che appare, ancor più della relazione genitoriale, un affare privatissimo; anche tematiche positive e fasi cruciali per la vita della coppia, come l’evento nascita, non diventano un’occasione di incontro dei servizi con entrambi i componenti della coppia, ma al più riguardano un’esperienza vissuta tutta al femminile; i percorsi più innovativi che utilizzano metodologie partecipative e gruppali non sono presenti nei servizi, se non in misura residuale e, in ogni caso non è possibile raccogliere informazioni sufficientemente approfondite. In sintesi l’impressione è che, se anche in alcuni ambiti territoriali si sono sperimentati percorsi di buon livello, questo lavoro non sia mai diventato un patrimonio acquisito e consolidato, anzi dai dati nazionali appare in qualche caso una sorta di involuzione. Complessivamente sembra che l'occuparsi della coppia coniugale non patologica, con l’interesse alla solidità del legame, sia possibile solo se ci si trova in presenza di scelte straordinarie come l’affido e l’adozione, che necessariamente riguardano un segmento minoritario della popolazione.
Bramanti, D., Mombelli, M. D. E., Prendersi cura della coppia: esperienze di accompagnamento e sostegno, in Donati, P. (ed.), La relazione di coppia oggi, Erickson, Trento 2012: 147- 180 [http://hdl.handle.net/10807/13431]
Prendersi cura della coppia: esperienze di accompagnamento e sostegno
Bramanti, Donatella;Mombelli, Marina Dirce Egle
2012
Abstract
Il contributo analizza i servizi e gli interventi presenti a favore delle coppie. Se ne delinea un quadro fatto più di vuoti che di pieni, infatti: scarsa attenzione è data nella rete dei servizi alla cura della coppia che appare, ancor più della relazione genitoriale, un affare privatissimo; anche tematiche positive e fasi cruciali per la vita della coppia, come l’evento nascita, non diventano un’occasione di incontro dei servizi con entrambi i componenti della coppia, ma al più riguardano un’esperienza vissuta tutta al femminile; i percorsi più innovativi che utilizzano metodologie partecipative e gruppali non sono presenti nei servizi, se non in misura residuale e, in ogni caso non è possibile raccogliere informazioni sufficientemente approfondite. In sintesi l’impressione è che, se anche in alcuni ambiti territoriali si sono sperimentati percorsi di buon livello, questo lavoro non sia mai diventato un patrimonio acquisito e consolidato, anzi dai dati nazionali appare in qualche caso una sorta di involuzione. Complessivamente sembra che l'occuparsi della coppia coniugale non patologica, con l’interesse alla solidità del legame, sia possibile solo se ci si trova in presenza di scelte straordinarie come l’affido e l’adozione, che necessariamente riguardano un segmento minoritario della popolazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.