Per Bonaventura l’esistenza di Dio appare all’uomo come da sé eminentemente conoscibile e come un oggetto che si offre da se stesso alle capacità dell’intelletto umano, prima ancora che l’uomo si ponga l’interrogativo sulla sua esistenza. Che Dio esista è dunque per il Doctor Seraphicus una verità certa, immediata, evidente. L’evidenza dell’esistenza di Dio è legata all’evidenza dei primi principi o meglio è l’evidenza di una necessità in sé da cui i primi principi traggono la propria necessità. In altre parole: l’evidenza dell’unità dell’essere, palesata tanto nella causalità alla ricerca del primo quanto nel principio di identità e nel principio di non contraddizione.Poiché per Bonaventura idem est principium essendi et cognoscendi, si possono individuare due processi per arrivare a mostrare l’esistenza di Dio:uno incentrato sul primo nome di Dio, essere (quod est manifestissimum et perfectissimum, ideo primum), e uno sulla nozione di verità.In ultima analisi Dio risulta essere fonte e termine di ogni conoscenza umana. Fonte in quanto somma verità, garante della conoscenza, ma anche in quanto sommo essere. Termine perché «è primo, ha creato ogni cosa avendo se stesso come fine». Ed è proprio nella contemplazione di Dio che la sete di conoscenza dell’uomo trova la propria beatitudine.

Muller, P. A. M., Evidenza francescana e argomento ontologico in san Bonaventura, in Vettorello Luc, V. L. (ed.), Metafisica e antimetafisica. Gli argomenti ontologici e le sfide dell'ateismo., Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni (MI) 2018: 2018 49- 64 [http://hdl.handle.net/10807/134254]

Evidenza francescana e argomento ontologico in san Bonaventura

Muller, Paola Anna Maria
2018

Abstract

Per Bonaventura l’esistenza di Dio appare all’uomo come da sé eminentemente conoscibile e come un oggetto che si offre da se stesso alle capacità dell’intelletto umano, prima ancora che l’uomo si ponga l’interrogativo sulla sua esistenza. Che Dio esista è dunque per il Doctor Seraphicus una verità certa, immediata, evidente. L’evidenza dell’esistenza di Dio è legata all’evidenza dei primi principi o meglio è l’evidenza di una necessità in sé da cui i primi principi traggono la propria necessità. In altre parole: l’evidenza dell’unità dell’essere, palesata tanto nella causalità alla ricerca del primo quanto nel principio di identità e nel principio di non contraddizione.Poiché per Bonaventura idem est principium essendi et cognoscendi, si possono individuare due processi per arrivare a mostrare l’esistenza di Dio:uno incentrato sul primo nome di Dio, essere (quod est manifestissimum et perfectissimum, ideo primum), e uno sulla nozione di verità.In ultima analisi Dio risulta essere fonte e termine di ogni conoscenza umana. Fonte in quanto somma verità, garante della conoscenza, ma anche in quanto sommo essere. Termine perché «è primo, ha creato ogni cosa avendo se stesso come fine». Ed è proprio nella contemplazione di Dio che la sete di conoscenza dell’uomo trova la propria beatitudine.
2018
Italiano
Metafisica e antimetafisica. Gli argomenti ontologici e le sfide dell'ateismo.
9788857550862
Mimesis Edizioni
2018
Muller, P. A. M., Evidenza francescana e argomento ontologico in san Bonaventura, in Vettorello Luc, V. L. (ed.), Metafisica e antimetafisica. Gli argomenti ontologici e le sfide dell'ateismo., Mimesis Edizioni, Sesto San Giovanni (MI) 2018: 2018 49- 64 [http://hdl.handle.net/10807/134254]
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