Le scene tragiche di hikesia sono state oggetto di studi in prevalenza dedicati agli aspetti scenici e formali, come le dissertazioni di F. Schmidt (De supplicum ad aram confugientium partibus scaenicis, Diss. Könisberg 1911), di J. Kopperschmidt (Die Hikesie als dramatische Form, Diss. Tübingen 1966, poi confluita nel volume miscellaneo Die Bauformen der griechischen Tragödie, a cura di W. Jens, München 1971) e di P.H. Burian (Suppliant Drama: Studies in the Form and Interpretation of Five Greek Tragedies, Diss. Princeton 1972, con analisi dei due Edipi sofoclei, delle Supplici eschilee ed euripidee, e degli Eraclidi), nonché, in tempi più recenti, la monografia di P. Cassella (La supplica all'altare nella tragedia greca, Napoli 1999). Nell'ambito delle molteplici attestazioni di questo pattern drammaturgico, le Supplici e le Eumenidi di Eschilo costituiscono un sottoinsieme peculiare, caratterizzato da un articolato sistema di relazioni che vanno oltre l'impianto generale delle scene di supplica per coinvolgere porzioni testuali molto più ampie, dove il parallelismo è scandito da puntuali riprese tematiche e lessicali. A mio parere, un tale intreccio di corrispondenze - ben più esteso e sistematico rispetto alle generiche analogie, già più volte rilevate dalla critica, fra i canti di benedizione dei rispettivi Cori (Su. 625 ss. e Eu. 916 ss.) - non può essere semplicemente ricondotto alla topica del genere, ma deve avere alla base un intento ideologico comune, rapportabile a un medesimo contesto storico-politico. Questa ipotesi appare confermata da una lettura complessiva delle Supplici, un dramma in cui i riferimenti all'attualità (sia pure assai più mediati e 'nascosti' rispetto alle Eumenidi e per questo negati da vari critici tra cui recentemente A.F. Garvie, Aeschylus' Supplices: Play and Trilogy, Bristol 20062 [Cambridge 1969]) sono tuttavia percepibili dietro al filtro mitico, e si lasciano anzi organizzare in un insieme compatto e coerente, che tradisce una precisa strategia da parte dell'autore. Se questa linea interpretativa risultasse confermata, ne uscirebbe indebolita la recente ipotesi di S. Scullion (Tragic Dates, CQ 52, 2002, 81-101, guardata con favore, tra gli altri, anche da P. Sandin in Aeschylus’ Supplices. Introduction and Commentary on vv. 1-523, Lund 2005), il quale, appellandosi ai noti stilemi arcaizzanti delle Supplici e mettendo in discussione l'autorità del P. Oxy. 2256, ne ha riproposto la retrodatazione alla metà degli anni Settanta, anteriormente agli stessi Persiani.

Pattoni, M. P., Scene di supplica nel teatro eschileo: simmetrie strutturali ed equivalenze politiche., in Beltrametti, A. (ed.), La storia sulla scena. Quello che gli storici antichi non hanno raccontato., Carocci, Roma 2011: 127- 148 [http://hdl.handle.net/10807/13384]

Scene di supplica nel teatro eschileo: simmetrie strutturali ed equivalenze politiche.

Pattoni, Maria Pia
2011

Abstract

Le scene tragiche di hikesia sono state oggetto di studi in prevalenza dedicati agli aspetti scenici e formali, come le dissertazioni di F. Schmidt (De supplicum ad aram confugientium partibus scaenicis, Diss. Könisberg 1911), di J. Kopperschmidt (Die Hikesie als dramatische Form, Diss. Tübingen 1966, poi confluita nel volume miscellaneo Die Bauformen der griechischen Tragödie, a cura di W. Jens, München 1971) e di P.H. Burian (Suppliant Drama: Studies in the Form and Interpretation of Five Greek Tragedies, Diss. Princeton 1972, con analisi dei due Edipi sofoclei, delle Supplici eschilee ed euripidee, e degli Eraclidi), nonché, in tempi più recenti, la monografia di P. Cassella (La supplica all'altare nella tragedia greca, Napoli 1999). Nell'ambito delle molteplici attestazioni di questo pattern drammaturgico, le Supplici e le Eumenidi di Eschilo costituiscono un sottoinsieme peculiare, caratterizzato da un articolato sistema di relazioni che vanno oltre l'impianto generale delle scene di supplica per coinvolgere porzioni testuali molto più ampie, dove il parallelismo è scandito da puntuali riprese tematiche e lessicali. A mio parere, un tale intreccio di corrispondenze - ben più esteso e sistematico rispetto alle generiche analogie, già più volte rilevate dalla critica, fra i canti di benedizione dei rispettivi Cori (Su. 625 ss. e Eu. 916 ss.) - non può essere semplicemente ricondotto alla topica del genere, ma deve avere alla base un intento ideologico comune, rapportabile a un medesimo contesto storico-politico. Questa ipotesi appare confermata da una lettura complessiva delle Supplici, un dramma in cui i riferimenti all'attualità (sia pure assai più mediati e 'nascosti' rispetto alle Eumenidi e per questo negati da vari critici tra cui recentemente A.F. Garvie, Aeschylus' Supplices: Play and Trilogy, Bristol 20062 [Cambridge 1969]) sono tuttavia percepibili dietro al filtro mitico, e si lasciano anzi organizzare in un insieme compatto e coerente, che tradisce una precisa strategia da parte dell'autore. Se questa linea interpretativa risultasse confermata, ne uscirebbe indebolita la recente ipotesi di S. Scullion (Tragic Dates, CQ 52, 2002, 81-101, guardata con favore, tra gli altri, anche da P. Sandin in Aeschylus’ Supplices. Introduction and Commentary on vv. 1-523, Lund 2005), il quale, appellandosi ai noti stilemi arcaizzanti delle Supplici e mettendo in discussione l'autorità del P. Oxy. 2256, ne ha riproposto la retrodatazione alla metà degli anni Settanta, anteriormente agli stessi Persiani.
2011
Italiano
Altro
La storia sulla scena. Quello che gli storici antichi non hanno raccontato.
978-88-430-6032-0
Pattoni, M. P., Scene di supplica nel teatro eschileo: simmetrie strutturali ed equivalenze politiche., in Beltrametti, A. (ed.), La storia sulla scena. Quello che gli storici antichi non hanno raccontato., Carocci, Roma 2011: 127- 148 [http://hdl.handle.net/10807/13384]
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