Si ricostruisce l'apprendistato stilistico dello scrittore toscano analizzando alcuni scritti creativi mai più raccolti, o fortemente ritoccati nel volume delle Opere, e utilizzando il prezioso epistolario Soffici-Papini conservato presso la Fondazione "Primo Conti" di Fiesole. Successivamente si prende in considerazione "Lemmonio Boreo", romanzo edito nel 1912 ma ristampato con aggiunte significative dall'autore nel 1921. Attraverso un confronto tra le due edizioni del libro si colgono i mutamenti ideologici di Soffici dagli anni della "Voce" all'inquieto periodo postbellico. Si ricostruiscono quindi le brevi ma intense vicende di una rivista troppo in fretta dimenticata alla quale collaborarono, oltre Papini e Soffici, anche Alberto Savinio e Giorgio De Chirico. Il lavoro si correda di un indice generale della rivista in cui i vari interventi (nella quasi totalità adespoti) vengono attribuiti ai vari collaboratori in base a documenti epistolari inediti conservati presso la Fondazione "Primo Conti" di Fiesole. L'ultimo capitolo "Soffici, Ungaretti e la guerra", sullo sfondo degli stretti rapporti personali che si intrecciano tra i due scrittori, rilegge le prose di guerra di Soffici nella prospettiva della prima raccolta poetica ungarettiana.
Bellini, E., Studi su Ardengo Soffici, Vita e Pensiero, Milano 1987:<<Scienze filologiche e letteratura>>, 227 [http://hdl.handle.net/10807/13240]
Studi su Ardengo Soffici
Bellini, Eraldo
1987
Abstract
Si ricostruisce l'apprendistato stilistico dello scrittore toscano analizzando alcuni scritti creativi mai più raccolti, o fortemente ritoccati nel volume delle Opere, e utilizzando il prezioso epistolario Soffici-Papini conservato presso la Fondazione "Primo Conti" di Fiesole. Successivamente si prende in considerazione "Lemmonio Boreo", romanzo edito nel 1912 ma ristampato con aggiunte significative dall'autore nel 1921. Attraverso un confronto tra le due edizioni del libro si colgono i mutamenti ideologici di Soffici dagli anni della "Voce" all'inquieto periodo postbellico. Si ricostruiscono quindi le brevi ma intense vicende di una rivista troppo in fretta dimenticata alla quale collaborarono, oltre Papini e Soffici, anche Alberto Savinio e Giorgio De Chirico. Il lavoro si correda di un indice generale della rivista in cui i vari interventi (nella quasi totalità adespoti) vengono attribuiti ai vari collaboratori in base a documenti epistolari inediti conservati presso la Fondazione "Primo Conti" di Fiesole. L'ultimo capitolo "Soffici, Ungaretti e la guerra", sullo sfondo degli stretti rapporti personali che si intrecciano tra i due scrittori, rilegge le prose di guerra di Soffici nella prospettiva della prima raccolta poetica ungarettiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.