La legge sindacale del 1926 ed il successivo "sbloccamento" dei sindacati fascisti pone fine alle velleità della vecchia guardia dei gerarchi fascisti provenienti dalle fila del sindacalismo rivoluzionario di assumere un ruolo preminente nel regime. Una traiettoria opposta viene disegnata da un gruppo di sindacalisti riformisti che attraverso l''Associazione Nazionale Studi - Problemi del Lavoro perseguono un'illusoria linea di collaborazione critica col regime, nella convinzione che la costruzione del sindacato di stato potesse evolvere, quasi per virtù interna, in una forma autentica di rappresentanza del lavoro.
Graziani, G., La costruzione del sindacalismo di stato fascista e l’illusione riformista, recensione a "Cordova, F., Verso lo stato totalitario. Sindacati, società e fascismo, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005", in Graziani G, G. G., Grandi M, G. M., La natura precaria della libertà sindacale, Bonomo, Bologna 2019: 253-258 [http://hdl.handle.net/10807/130340]
La costruzione del sindacalismo di stato fascista e l’illusione riformista
Graziani, Giovanni
2019
Abstract
La legge sindacale del 1926 ed il successivo "sbloccamento" dei sindacati fascisti pone fine alle velleità della vecchia guardia dei gerarchi fascisti provenienti dalle fila del sindacalismo rivoluzionario di assumere un ruolo preminente nel regime. Una traiettoria opposta viene disegnata da un gruppo di sindacalisti riformisti che attraverso l''Associazione Nazionale Studi - Problemi del Lavoro perseguono un'illusoria linea di collaborazione critica col regime, nella convinzione che la costruzione del sindacato di stato potesse evolvere, quasi per virtù interna, in una forma autentica di rappresentanza del lavoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.