Come in molte zone dell’Italia, anche in provincia di Brescia il flusso delle migrazioni forzate è considerato tra le problematiche più rilevanti da gestire in aggiunta alla convivenza multiculturale. Solo il 10% dei posti complessivi di accoglienza è gestito secondo il sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar) ovvero tramite una rete di centri di seconda accoglienza, mentre la più ampia distribuzione dei rifugiati/richiedenti asilo è il risultato di interventi non organici con carattere d’urgenza denominati Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria), e con diversa qualità e tipologia di servizi erogati anche da soggetti privati. Sembra evidente che il modello di accoglienza fondato sul sistema Sprar, se fosse attuato da un numero più ampio di comuni, favorirebbe una riduzione significativa dell’impatto generato dalla concentrazione di migranti sui singoli territori, garantendo percorsi d’integrazione più agevoli. Partendo da questa premessa, il contributo intende riflettere su limiti e opportunità dell’accoglienza nei centri minori tramite il riferimento ad alcuni casi emblematici. Ci proponiamo di far emergere alcuni aspetti caratteristici che stanno caratterizzando le pratiche di accoglienza in questi territori.

Corradi, V., La gestione dei richiedenti asilo nei piccoli comuni del Bresciano tra delega, rottura e proposta, in Colombo M. (a Cura Di, C. M. (. C. D., Immigrazione e contesti locali. Annuario Cirmib 2017, Vita e Pensiero, MILANO -- ITA 2017: 293-303 [http://hdl.handle.net/10807/129387]

La gestione dei richiedenti asilo nei piccoli comuni del Bresciano tra delega, rottura e proposta

Corradi, Valerio
2017

Abstract

Come in molte zone dell’Italia, anche in provincia di Brescia il flusso delle migrazioni forzate è considerato tra le problematiche più rilevanti da gestire in aggiunta alla convivenza multiculturale. Solo il 10% dei posti complessivi di accoglienza è gestito secondo il sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar) ovvero tramite una rete di centri di seconda accoglienza, mentre la più ampia distribuzione dei rifugiati/richiedenti asilo è il risultato di interventi non organici con carattere d’urgenza denominati Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria), e con diversa qualità e tipologia di servizi erogati anche da soggetti privati. Sembra evidente che il modello di accoglienza fondato sul sistema Sprar, se fosse attuato da un numero più ampio di comuni, favorirebbe una riduzione significativa dell’impatto generato dalla concentrazione di migranti sui singoli territori, garantendo percorsi d’integrazione più agevoli. Partendo da questa premessa, il contributo intende riflettere su limiti e opportunità dell’accoglienza nei centri minori tramite il riferimento ad alcuni casi emblematici. Ci proponiamo di far emergere alcuni aspetti caratteristici che stanno caratterizzando le pratiche di accoglienza in questi territori.
2017
Italiano
883433387X
Vita e Pensiero
Corradi, V., La gestione dei richiedenti asilo nei piccoli comuni del Bresciano tra delega, rottura e proposta, in Colombo M. (a Cura Di, C. M. (. C. D., Immigrazione e contesti locali. Annuario Cirmib 2017, Vita e Pensiero, MILANO -- ITA 2017: 293-303 [http://hdl.handle.net/10807/129387]
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