Nelle recenti disposizioni normative (L. n. 107/2015), l’alternanza scuola-lavoro si configura come modalità di apprendimento per gli studenti tra i 15 e i 18 anni nell’ambito dell’istruzione secondaria di secondo grado. Tale scelta si inserisce, pur differenziandosene per diversi aspetti, nel solco delle esperienze di avvicinamento e integrazione tra conoscenze acquisite in aula e competenze spendibili sul lavoro sviluppate, in particolare negli istituti tecnici, attraverso gli stage e i tirocinii aziendali. Nell’alternanza scuola-lavoro, rispetto al passato, sono accentuate due caratteristiche: la non occasionalità dovuta all’obbligo normativo e l’integrazione delle attività svolte a scuola e nei contesti di lavoro in un unico progetto formativo di cui ha titolarità l’istituzione scolastica o formativa. In prospettiva pedagogica, l’alternanza si configura come un oggetto di riflessione interessante lungo tre principali direzioni; dal punto di vista didattico può rappresentare una metodologia innovativa finalizzata allo sviluppo e al riconoscimento di competenze; sul piano educativo può costituire una risorsa significativa per la maturazione complessiva degli adolescenti contribuendo non solo all’achievement scolastico ma anche al loro successo formativo attraverso un processo di graduale scoperta delle proprie attitudini; a livello di governance scolastica può porsi come occasione per promuovere e consolidare i rapporti fra diversi soggetti che appartengono al medesimo territorio. L’obbligo di prevedere percorsi on the job ha rappresentato (e rappresenta) un compito particolarmente sfidante negli indirizzi di studio non direttamente orientati all’immissione nel mondo del lavoro; l’esigenza di assicurare coerenza fra le esperienze di alternanza proposte e il progetto di studio complessivo degli studenti ha indotto ad ampliare il ventaglio degli enti accoglienti oltre il tradizionale bacino delle realtà aziendali. In questa prospettiva, si è aperto uno spazio interessante per l’Università nel suo insieme e non solo per le Facoltà a carattere tecnico-scientifico. Il contributo prende le mosse dalla descrizione di un percorso di alternanza attivato all’Università Cattolica con l’obiettivo di sviluppare alcune riflessioni sul valore e sulle specificità dell’alternanza svolta nel contesto academico.
Montalbetti, K., L’alternanza scuola-lavoro interpella l’università: Ricerca, Formazione e terza Missione, in Simonetta Ulivier, S. U. (ed.), Le emergenze educativedella società contemporaneaProgetti e proposte per il cambiamento, Pensa MultiMedia, Lecce-Brescia 2018: 499- 504 [http://hdl.handle.net/10807/126152]
L’alternanza scuola-lavoro interpella l’università: Ricerca, Formazione e terza Missione
Montalbetti, Katia
2018
Abstract
Nelle recenti disposizioni normative (L. n. 107/2015), l’alternanza scuola-lavoro si configura come modalità di apprendimento per gli studenti tra i 15 e i 18 anni nell’ambito dell’istruzione secondaria di secondo grado. Tale scelta si inserisce, pur differenziandosene per diversi aspetti, nel solco delle esperienze di avvicinamento e integrazione tra conoscenze acquisite in aula e competenze spendibili sul lavoro sviluppate, in particolare negli istituti tecnici, attraverso gli stage e i tirocinii aziendali. Nell’alternanza scuola-lavoro, rispetto al passato, sono accentuate due caratteristiche: la non occasionalità dovuta all’obbligo normativo e l’integrazione delle attività svolte a scuola e nei contesti di lavoro in un unico progetto formativo di cui ha titolarità l’istituzione scolastica o formativa. In prospettiva pedagogica, l’alternanza si configura come un oggetto di riflessione interessante lungo tre principali direzioni; dal punto di vista didattico può rappresentare una metodologia innovativa finalizzata allo sviluppo e al riconoscimento di competenze; sul piano educativo può costituire una risorsa significativa per la maturazione complessiva degli adolescenti contribuendo non solo all’achievement scolastico ma anche al loro successo formativo attraverso un processo di graduale scoperta delle proprie attitudini; a livello di governance scolastica può porsi come occasione per promuovere e consolidare i rapporti fra diversi soggetti che appartengono al medesimo territorio. L’obbligo di prevedere percorsi on the job ha rappresentato (e rappresenta) un compito particolarmente sfidante negli indirizzi di studio non direttamente orientati all’immissione nel mondo del lavoro; l’esigenza di assicurare coerenza fra le esperienze di alternanza proposte e il progetto di studio complessivo degli studenti ha indotto ad ampliare il ventaglio degli enti accoglienti oltre il tradizionale bacino delle realtà aziendali. In questa prospettiva, si è aperto uno spazio interessante per l’Università nel suo insieme e non solo per le Facoltà a carattere tecnico-scientifico. Il contributo prende le mosse dalla descrizione di un percorso di alternanza attivato all’Università Cattolica con l’obiettivo di sviluppare alcune riflessioni sul valore e sulle specificità dell’alternanza svolta nel contesto academico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.