Johannes B. Lotz (1903-1992) va ricordato come maestro insigne presso la Hochschule für Philosophie di Monaco e la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1921, frequentò lo scolasticato di Valkenburg, studiò filosofia a Roma, teologia a Innsbruck e continuò per quattro semestri i suoi studi filosofici a Freiburg i.Br., dove conseguì il dottorato in filosofia. Si formò studiando Rousselot, Maréchal, Kant e Hegel, alla scuola di Jungmann, Heidegger e Honecker, Wolf e Funk, Brocker e Sporl, ma riconobbe come maestro soltanto Tommaso d'Aquino. Fra le sue opere più importanti ricordiamo: Das Urteil und das Sein (1957), Metaphysica operationis humanae (1958), Ontologia (1963), Sein und Existenz (1965), Der Mensch im Sein (1967), Die Identitat von Geist und Sein (1972), Martin Heidegger und Thomas von Aquin (1975), Mensch-Sein-Mensch (1982), Asthetik aus der ontologischen Differenz (1984), Die Grundbestimmungen des Seins (1988). Con questo libro, che si situa fra le opere più mature della sua lunga ricerca, Lotz si volge a chiarire la problematica dell'esperienza e dei suoi livelli di realizzazione. In tal senso l'esperienza ontica è distinta dall'esperienza trascendentale, con i suoi gradi (eidetica, ontologica, metafisica, religiosa), i quali si ottengono con un processo d'interiorizzazione. Lotz svolge così un'analisi che dalla determinazione procede verso l'integralità, esplicitando quali siano le condizioni di possibilità di ogni esperienza, rinvenute nella conoscenza (trascendentale kantiano) e giungendo fino alla suprema condizione ontologica (trascendentale scolastico). In tal modo l'esperienza filosofica, nella sua interezza, e quella religiosa, che culmina nella meditazione e nell'amore del Tu assoluto, non sono contrapposte: piuttosto l'esperienza religiosa viene indicata come il livello ultimo e supremo dell'esperienza umana. Per la ricchezza dei riferimenti, Esperienza trascendentale costituisce un classico e rappresenta felicemente l'intero percorso teoretico della scuola filosofica iniziata da Maréchal.
Marassi, M., Esperienza trascendentale / traduzione di Lotz, J. B., Transzendentale Erfahrung, Vita e Pensiero, Milano 1993: 352 [http://hdl.handle.net/10807/124441]
Esperienza trascendentale
Marassi, Massimo
1993
Abstract
Johannes B. Lotz (1903-1992) va ricordato come maestro insigne presso la Hochschule für Philosophie di Monaco e la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1921, frequentò lo scolasticato di Valkenburg, studiò filosofia a Roma, teologia a Innsbruck e continuò per quattro semestri i suoi studi filosofici a Freiburg i.Br., dove conseguì il dottorato in filosofia. Si formò studiando Rousselot, Maréchal, Kant e Hegel, alla scuola di Jungmann, Heidegger e Honecker, Wolf e Funk, Brocker e Sporl, ma riconobbe come maestro soltanto Tommaso d'Aquino. Fra le sue opere più importanti ricordiamo: Das Urteil und das Sein (1957), Metaphysica operationis humanae (1958), Ontologia (1963), Sein und Existenz (1965), Der Mensch im Sein (1967), Die Identitat von Geist und Sein (1972), Martin Heidegger und Thomas von Aquin (1975), Mensch-Sein-Mensch (1982), Asthetik aus der ontologischen Differenz (1984), Die Grundbestimmungen des Seins (1988). Con questo libro, che si situa fra le opere più mature della sua lunga ricerca, Lotz si volge a chiarire la problematica dell'esperienza e dei suoi livelli di realizzazione. In tal senso l'esperienza ontica è distinta dall'esperienza trascendentale, con i suoi gradi (eidetica, ontologica, metafisica, religiosa), i quali si ottengono con un processo d'interiorizzazione. Lotz svolge così un'analisi che dalla determinazione procede verso l'integralità, esplicitando quali siano le condizioni di possibilità di ogni esperienza, rinvenute nella conoscenza (trascendentale kantiano) e giungendo fino alla suprema condizione ontologica (trascendentale scolastico). In tal modo l'esperienza filosofica, nella sua interezza, e quella religiosa, che culmina nella meditazione e nell'amore del Tu assoluto, non sono contrapposte: piuttosto l'esperienza religiosa viene indicata come il livello ultimo e supremo dell'esperienza umana. Per la ricchezza dei riferimenti, Esperienza trascendentale costituisce un classico e rappresenta felicemente l'intero percorso teoretico della scuola filosofica iniziata da Maréchal.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.