Dopo aver assistito alla rappresentazione del Macbeth di Giuseppe Verdi presso il Teatro della Pergola di Firenze nel marzo del 1847, il poeta Giuseppe Giusti indirizzò al compositore una missiva con cui lo rimproverava di aver prodotto un’opera lontana dalla realtà politica nazionale, di essere ricorso a elementi fantastici e di aver basato il proprio melodramma su un testo letterario forestiero. A partire dall'analisi del documento epistolare, il contributo indaga i rapporti fra Verdi e Giusti, instauratisi in virtù della comune amicizia con Alessandro Manzoni, attraverso le tangenze biografiche e scandagliando le reciproche influenze nella produzione del letterato e del musicista.
Rossini, F., «Troppo questo contagio d’oltremonte e d’oltremare ci ammorba»: Giuseppe Giusti, Manzoni e il 'Macbeth' verdiano, Shakespeare e la modernità, Atti delle Rencontres de l’Archet (Morgex, 12-17 settembre 2016), Centro di Studi storico-letterari Natalino Sapegno, Torino 2018: 228-240 [http://hdl.handle.net/10807/123651]
«Troppo questo contagio d’oltremonte e d’oltremare ci ammorba»: Giuseppe Giusti, Manzoni e il 'Macbeth' verdiano
Rossini, Francesco
2018
Abstract
Dopo aver assistito alla rappresentazione del Macbeth di Giuseppe Verdi presso il Teatro della Pergola di Firenze nel marzo del 1847, il poeta Giuseppe Giusti indirizzò al compositore una missiva con cui lo rimproverava di aver prodotto un’opera lontana dalla realtà politica nazionale, di essere ricorso a elementi fantastici e di aver basato il proprio melodramma su un testo letterario forestiero. A partire dall'analisi del documento epistolare, il contributo indaga i rapporti fra Verdi e Giusti, instauratisi in virtù della comune amicizia con Alessandro Manzoni, attraverso le tangenze biografiche e scandagliando le reciproche influenze nella produzione del letterato e del musicista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.