Milano 2040, fantascienza o futuro possibile? “Fantascienza”, se pensiamo alla rapidità delle innovazioni in cui siamo immersi. Ottimizzazione, automazione, digitalizzazione, robotica, industria 4.0, intelligenza artificiale sono parole del lessico quotidiano ormai. Nell’arco di soli vent’anni il nostro modo di lavorare, consumare, condividere spazi e interessi, amare, entrare in relazione gli uni con gli altri sarà completamente rivoluzionato. “Futuro possibile”, se immaginare il volto della Milano di domani non è solo un esercizio previsionale sofisticato, costruito sull’elaborazione dei cosiddetti big data, ma diviene la maniera attraverso cui essere costantemente vigili, discernere, giocarsi in prima persona nell’assumersi la responsabilità di imprimere una direzione al cambiamento d’epoca che salvaguardi e faccia sempre emergere l’umano con coraggio. Il 2040 rappresenta così l’orizzonte temporale di una road map lungo cui procedere con passi decisi per costruire la Milano che vogliamo: politecnica e umanistica, glocale e condivisa, universitaria e turistica, attrattiva, competitiva, plurale e insieme inclusiva, solidale, libera, giusta, pacifica, bella, vivibile per tutti, disposta a fronteggiare i narcisismi individuali e collettivi. Di questo parla il Rapporto Ambrosianeum 2018, assumendo le periferie quale metafora per eccellenza della città come corpo vivo, punto di vista privilegiato per interrogarsi sulle priorità da mettere in agenda e su cui cominciare ad incidere da subito con speranza e fiducia.
Lodigiani, R. (ed.), Rapporto sulla città. Milano 2018. Agenda 2040, FrancoAngeli, MILANO -- ITA 2018: 287 [http://hdl.handle.net/10807/122516]
Rapporto sulla città. Milano 2018. Agenda 2040
Lodigiani, Rosangela
2018
Abstract
Milano 2040, fantascienza o futuro possibile? “Fantascienza”, se pensiamo alla rapidità delle innovazioni in cui siamo immersi. Ottimizzazione, automazione, digitalizzazione, robotica, industria 4.0, intelligenza artificiale sono parole del lessico quotidiano ormai. Nell’arco di soli vent’anni il nostro modo di lavorare, consumare, condividere spazi e interessi, amare, entrare in relazione gli uni con gli altri sarà completamente rivoluzionato. “Futuro possibile”, se immaginare il volto della Milano di domani non è solo un esercizio previsionale sofisticato, costruito sull’elaborazione dei cosiddetti big data, ma diviene la maniera attraverso cui essere costantemente vigili, discernere, giocarsi in prima persona nell’assumersi la responsabilità di imprimere una direzione al cambiamento d’epoca che salvaguardi e faccia sempre emergere l’umano con coraggio. Il 2040 rappresenta così l’orizzonte temporale di una road map lungo cui procedere con passi decisi per costruire la Milano che vogliamo: politecnica e umanistica, glocale e condivisa, universitaria e turistica, attrattiva, competitiva, plurale e insieme inclusiva, solidale, libera, giusta, pacifica, bella, vivibile per tutti, disposta a fronteggiare i narcisismi individuali e collettivi. Di questo parla il Rapporto Ambrosianeum 2018, assumendo le periferie quale metafora per eccellenza della città come corpo vivo, punto di vista privilegiato per interrogarsi sulle priorità da mettere in agenda e su cui cominciare ad incidere da subito con speranza e fiducia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.