Sia in virtù del loro successo di pubblico transnazionale, sia valutando le modalità con cui essi sono entrate a far parte prepotentemente dell’immaginario pubblico, è possibile dedurre da due film il punto di partenza per una genealogia cinematografica pop della Shoah. Ci riferiamo a Schindler’s List (1993, S. Spielberg) e a La vita è bella (1997, R. Benigni). Se il film di Benigni, infatti, è da considerarsi un film pop per il merito di proporre un topos discontinuo, quello della commedia, che pur non essendo del tutto inedito ha comunque il merito di modificare il panorama culturale delle rappresentazioni visuali sulla Shoah8, quello di Spielberg viene invece spesso ridotto a una singola scena, proposta in modo persistente come simbolo della Shoah nella sua interezza: quella del cappottino rosso, appunto, che analizzeremo in questa sede al fine di rintracciarne le origini e gli sviluppi evolutivi nella sua costitutiva dimensione pop
Garofalo, D., Red Coat Reloaded. «Schindler's List», l'immaginario della Shoah e la cultura pop, in Recchia Luciani, F., Vercelli, C. (ed.), Pop Shoah? Immaginari del genocidio ebraico, Il Nuovo Melangolo, Genova 2015: 71- 86 [http://hdl.handle.net/10807/122368]
Red Coat Reloaded. «Schindler's List», l'immaginario della Shoah e la cultura pop
Garofalo, Damiano
2015
Abstract
Sia in virtù del loro successo di pubblico transnazionale, sia valutando le modalità con cui essi sono entrate a far parte prepotentemente dell’immaginario pubblico, è possibile dedurre da due film il punto di partenza per una genealogia cinematografica pop della Shoah. Ci riferiamo a Schindler’s List (1993, S. Spielberg) e a La vita è bella (1997, R. Benigni). Se il film di Benigni, infatti, è da considerarsi un film pop per il merito di proporre un topos discontinuo, quello della commedia, che pur non essendo del tutto inedito ha comunque il merito di modificare il panorama culturale delle rappresentazioni visuali sulla Shoah8, quello di Spielberg viene invece spesso ridotto a una singola scena, proposta in modo persistente come simbolo della Shoah nella sua interezza: quella del cappottino rosso, appunto, che analizzeremo in questa sede al fine di rintracciarne le origini e gli sviluppi evolutivi nella sua costitutiva dimensione popI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.