Per studiare l'orientamento del gusto e dei consumi culturali nell'Italia repubblicana può certamente tornare utile porre al centro dell'attenzione il responso popolare alle prime trasmissioni televisive da parte degli spettatori sia cattolici che comunisti. Confrontare tali atteggiamenti culturali con i dibattiti politici e intellettuali all'interno del Partito comunista italiano e della Democrazia cristiana può aiutarci a comprendere in che modo i due principali partiti di massa del dopoguerra, e il mondo culturale a loro circostante, si siano posizionati rispetto alle trasformazioni prodotte dall'avvento della televisione, valutando in che misura queste prese di posizione abbiano inciso sulla percezione soggettiva dei ceti subalterni. L';incredibile quantità di riferimenti agli spettacoli televisivi rintracciati nelle rubriche dei lettori dei due settimanali illustrati più letti degli anni cinquanta e sessanta, il comunista «Vie Nuove» e il cattolico «Famiglia Cristiana», ci pone di fronte a una “presa di parola” di massa che ci suggerisce, di conseguenza, la possibilità di intersecare vari piani identitari – politico, sociale, culturale, mediale – nella ridefinizione di una nuova soggettività, individuale e sociale, dei gruppi qui analizzati.

Garofalo, D., Culture del gusto e televisione, in Colombo, F., Eugeni, R. (ed.), Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Vol. II - I media alla sfida della democrazia (1945-1978), Vita e Pensiero, Milano 2015: 297- 298 [http://hdl.handle.net/10807/122365]

Culture del gusto e televisione

Garofalo, Damiano
2015

Abstract

Per studiare l'orientamento del gusto e dei consumi culturali nell'Italia repubblicana può certamente tornare utile porre al centro dell'attenzione il responso popolare alle prime trasmissioni televisive da parte degli spettatori sia cattolici che comunisti. Confrontare tali atteggiamenti culturali con i dibattiti politici e intellettuali all'interno del Partito comunista italiano e della Democrazia cristiana può aiutarci a comprendere in che modo i due principali partiti di massa del dopoguerra, e il mondo culturale a loro circostante, si siano posizionati rispetto alle trasformazioni prodotte dall'avvento della televisione, valutando in che misura queste prese di posizione abbiano inciso sulla percezione soggettiva dei ceti subalterni. L';incredibile quantità di riferimenti agli spettacoli televisivi rintracciati nelle rubriche dei lettori dei due settimanali illustrati più letti degli anni cinquanta e sessanta, il comunista «Vie Nuove» e il cattolico «Famiglia Cristiana», ci pone di fronte a una “presa di parola” di massa che ci suggerisce, di conseguenza, la possibilità di intersecare vari piani identitari – politico, sociale, culturale, mediale – nella ridefinizione di una nuova soggettività, individuale e sociale, dei gruppi qui analizzati.
2015
Italiano
Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Vol. II - I media alla sfida della democrazia (1945-1978)
9788834330135
Vita e Pensiero
Garofalo, D., Culture del gusto e televisione, in Colombo, F., Eugeni, R. (ed.), Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Vol. II - I media alla sfida della democrazia (1945-1978), Vita e Pensiero, Milano 2015: 297- 298 [http://hdl.handle.net/10807/122365]
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