Nel volume, il processo è individuato quale luogo di verbalizzazione dell’esperienza e la concezione semantica della verità viene riconosciuta come la più idonea per mantenere la neutralità epistemologica del processo nel suo svolgersi per la ricostruzione del fatto controverso, il cui conseguimento è funzionale all’emanazione di una sentenza giusta. Dopo avere quindi presentato le opzioni legislative per la disciplina di quel sistema di conoscenza in cui si sostanzia qualunque attività giurisdizionale (civile, penale o ammnistrativa), si procede alla delineazione della concezione dialettica della prova e al chiarimento che la distinzione tra quaestio facti e quaestio iuris, giudizio di fatto e giudizio di diritto, ha carattere metodologico ed è attuata all’interno di un contesto unitario, da cui può volta a volta emergere solo una diversa proporzione tra gli atteggiamenti, comunque presenti, della constatazione e della valutazione giuridica. Si esamina quindi la struttura della prova, definendone le diverse accezioni in ottica epistemologica e illustrando l’uso giudiziario delle massime d’esperienza e delle leggi tanto logiche quanto scientifiche, nonché differenziando la prova in senso stretto dall’indizio. Infine, il fenomeno probatorio viene studiato nella prospettiva dinamica di procedimento volto ad acquisire gli strumenti conoscitivi non vietati dalla legge, pertinenti e rilevanti, sulla cui base il giudice possa compiere le scelte decisorie, esponendo le regole che pure per giungere a queste egli deve osservare.

Ubertis, G., Profiles of judicial epistemology, Nomos (Germany) - Giappichelli (Italy), Baden Baden Torino 2018: 170 [http://hdl.handle.net/10807/120283]

Profiles of judicial epistemology

Ubertis, Giulio
2018

Abstract

Nel volume, il processo è individuato quale luogo di verbalizzazione dell’esperienza e la concezione semantica della verità viene riconosciuta come la più idonea per mantenere la neutralità epistemologica del processo nel suo svolgersi per la ricostruzione del fatto controverso, il cui conseguimento è funzionale all’emanazione di una sentenza giusta. Dopo avere quindi presentato le opzioni legislative per la disciplina di quel sistema di conoscenza in cui si sostanzia qualunque attività giurisdizionale (civile, penale o ammnistrativa), si procede alla delineazione della concezione dialettica della prova e al chiarimento che la distinzione tra quaestio facti e quaestio iuris, giudizio di fatto e giudizio di diritto, ha carattere metodologico ed è attuata all’interno di un contesto unitario, da cui può volta a volta emergere solo una diversa proporzione tra gli atteggiamenti, comunque presenti, della constatazione e della valutazione giuridica. Si esamina quindi la struttura della prova, definendone le diverse accezioni in ottica epistemologica e illustrando l’uso giudiziario delle massime d’esperienza e delle leggi tanto logiche quanto scientifiche, nonché differenziando la prova in senso stretto dall’indizio. Infine, il fenomeno probatorio viene studiato nella prospettiva dinamica di procedimento volto ad acquisire gli strumenti conoscitivi non vietati dalla legge, pertinenti e rilevanti, sulla cui base il giudice possa compiere le scelte decisorie, esponendo le regole che pure per giungere a queste egli deve osservare.
2018
Inglese
Monografia o trattato scientifico
Nomos (Germany) - Giappichelli (Italy)
Ubertis, G., Profiles of judicial epistemology, Nomos (Germany) - Giappichelli (Italy), Baden Baden Torino 2018: 170 [http://hdl.handle.net/10807/120283]
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