La questione dello statuto epistemologico dell’introspezione come metodo di indagine è una delle più controverse in psicologia. La maggiore difficoltà a proposito del metodo introspettivo sembra risiedere nel suo ineliminabile carattere soggettivo e ‘in prima persona’, che lo rende difficilmente valutabile in base ai medesimi criteri di validità utilizzati per considerare gli altri metodi di ricerca psicologica quali, per esempio, l’osservazione del comportamento o gli indici neurofisiologici. Partendo da tali considerazioni, il presente lavoro si propone di affrontare la questione del ruolo dell’introspezione nella ricerca psicologica inserendola all’interno di una problematica più ampia (ma non meno controversa) ovvero quella del rapporto tra psicologia del senso comune e psicologia scientifica. Infatti, se si assume che la soggettività e la prospettiva di prima persona siano a fondamento di tutte le nozioni del senso comune quali credenze, desideri o intenzioni ma non di quelle delle scienze naturali, che mirano a una loro riduzione o addirittura eliminazione, appare evidente come l’introspezione possa avere una rilevanza metodologica solamente nell’ambito una psicologia del senso comune e non nell’ambito di una psicologia che aspira a definirsi scientifica. Per usare la terminologia di Goldman, l’introspezione sembra in grado di fare luce sugli stati consci/soggettivi o macroscopici ma non su quelli inconsci/oggettivi o microscopici (caratterizzati computazionalmente) che sono considerati la reale determinante dei nostri comportamenti e dunque l’oggetto di studio proprio di una psicologia scientifica. Il lavoro si conclude mettendo in discussione la validità di tale proposta e dunque considerando se una psicologia del senso comune rigorosamente definita sia in grado di fornire una spiegazione plausibile del mentale e del comportamento e dunque di esprimere una forma di scientificità alternativa e complementare a quella delle scienze naturali ovvero una scientificità propria delle scienze umane.

Lo Dico, G., L'introspezione tra psicologia del senso comune e psicologia scientifica., in Cruciani M., T. M. (ed.), Nuovi Sguardi sulle Scienze Cognitive., Corisco, Roma 2017: 234- 245 [http://hdl.handle.net/10807/119648]

L'introspezione tra psicologia del senso comune e psicologia scientifica.

Lo Dico, Giuseppe
2017

Abstract

La questione dello statuto epistemologico dell’introspezione come metodo di indagine è una delle più controverse in psicologia. La maggiore difficoltà a proposito del metodo introspettivo sembra risiedere nel suo ineliminabile carattere soggettivo e ‘in prima persona’, che lo rende difficilmente valutabile in base ai medesimi criteri di validità utilizzati per considerare gli altri metodi di ricerca psicologica quali, per esempio, l’osservazione del comportamento o gli indici neurofisiologici. Partendo da tali considerazioni, il presente lavoro si propone di affrontare la questione del ruolo dell’introspezione nella ricerca psicologica inserendola all’interno di una problematica più ampia (ma non meno controversa) ovvero quella del rapporto tra psicologia del senso comune e psicologia scientifica. Infatti, se si assume che la soggettività e la prospettiva di prima persona siano a fondamento di tutte le nozioni del senso comune quali credenze, desideri o intenzioni ma non di quelle delle scienze naturali, che mirano a una loro riduzione o addirittura eliminazione, appare evidente come l’introspezione possa avere una rilevanza metodologica solamente nell’ambito una psicologia del senso comune e non nell’ambito di una psicologia che aspira a definirsi scientifica. Per usare la terminologia di Goldman, l’introspezione sembra in grado di fare luce sugli stati consci/soggettivi o macroscopici ma non su quelli inconsci/oggettivi o microscopici (caratterizzati computazionalmente) che sono considerati la reale determinante dei nostri comportamenti e dunque l’oggetto di studio proprio di una psicologia scientifica. Il lavoro si conclude mettendo in discussione la validità di tale proposta e dunque considerando se una psicologia del senso comune rigorosamente definita sia in grado di fornire una spiegazione plausibile del mentale e del comportamento e dunque di esprimere una forma di scientificità alternativa e complementare a quella delle scienze naturali ovvero una scientificità propria delle scienze umane.
2017
Italiano
Nuovi Sguardi sulle Scienze Cognitive.
9788898138258
Corisco
Lo Dico, G., L'introspezione tra psicologia del senso comune e psicologia scientifica., in Cruciani M., T. M. (ed.), Nuovi Sguardi sulle Scienze Cognitive., Corisco, Roma 2017: 234- 245 [http://hdl.handle.net/10807/119648]
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