“A mio avviso è l’opera maggiore di Molière”: così Louis Jouvet, attore, regista teatrale e cinematografico (1887-1951), definisce il Dom Juan, pièce alla quale ha consacrato la sua maturità artistica, e lo racconta attraverso un generoso apparato di note e riflessioni, elaborate a margine di una replica o di una lezione tenuta al Conservatoire. Queste parole sono state fedelmente dattilografate dalla sua assistente Charlotte Delbo (1913-1985) e riunite nel volume Molière et la comédie classique. Di tale raccolta abbiamo scelto di riproporre le sezioni dedicate al mito dell’eterno impenitente e alla sua rilettura moderna quanto sovversiva, che mette in luce il problema del non credente, e non del seduttore. Ne traspare la figura di Jouvet nelle vesti di un paziente artigiano, che negli anni ha acquisito l’esperienza e il sapere tecnico necessari al “mestiere”, di un maestro in dialogo aperto e appassionato con i suoi studenti e, al tempo stesso, di uno dei più lucidi e lungimiranti teorici della drammaturgia novecentesca.
Locatelli, F., (a cura di), Edizione critica di testi / di scavo di "Louis Jouvet, Il sogno di una regia" / Controfibra, Milano 2017:<<Praticabili>>, 175 [http://hdl.handle.net/10807/119305]
Louis Jouvet, Il sogno di una regia
Locatelli, Federica
2017
Abstract
“A mio avviso è l’opera maggiore di Molière”: così Louis Jouvet, attore, regista teatrale e cinematografico (1887-1951), definisce il Dom Juan, pièce alla quale ha consacrato la sua maturità artistica, e lo racconta attraverso un generoso apparato di note e riflessioni, elaborate a margine di una replica o di una lezione tenuta al Conservatoire. Queste parole sono state fedelmente dattilografate dalla sua assistente Charlotte Delbo (1913-1985) e riunite nel volume Molière et la comédie classique. Di tale raccolta abbiamo scelto di riproporre le sezioni dedicate al mito dell’eterno impenitente e alla sua rilettura moderna quanto sovversiva, che mette in luce il problema del non credente, e non del seduttore. Ne traspare la figura di Jouvet nelle vesti di un paziente artigiano, che negli anni ha acquisito l’esperienza e il sapere tecnico necessari al “mestiere”, di un maestro in dialogo aperto e appassionato con i suoi studenti e, al tempo stesso, di uno dei più lucidi e lungimiranti teorici della drammaturgia novecentesca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.