“D” come design, ma anche come donna: designer, artiste, artigiane e imprenditrici hanno avuto un ruolo chiave nella ricca e densa storia del design italiano dal dopoguerra ai nostri giorni, stando al centro della scena come dietro le quinte. Negli anni in cui la cultura del progetto si stava affermando, l’apporto dell’universo femminile è stato essenziale sotto il profilo della creatività e dell’innovazione. Donne che si sono distinte nei settori più diversi, indicando nuove possibili strade: non solo disegno industriale e grafica, ma editoria, formazione, imprenditoria, fino al mondo delle tecnologie informatico-digitali. Progettiste che hanno saputo fare la differenza, lavorando attivamente in studi di progettazione, nelle redazioni e all’interno delle università. La ricognizione sulle loro carriere ne sancisce autorialità e protagonismo, riconoscendone il coraggio di scelte spesso difficili e controcorrente. Attraverso il racconto delle loro vicende viene arricchita e completata la storia del design novecentesco, con nuove prospettive nei modi di leggere il ruolo della donna ieri come oggi. La componente femminile, con la doppia caratterizzazione incarnata dalle due eroine ariostesche – Angelica e Bradamente – emerge potente nel campo del design, una disciplina che parla il linguaggio universale della creatività, capace di spostare lo sguardo dal maschile al femminile e viceversa.

Proverbio, P., Come Angelica e Bradamante. Antonia Astori e Adelaide Acerbi, le donne della Driade, in Riccini, R. (ed.), Angelica e Bradamante: le Donne del Design., Il Poligrafo, PADOVA -- ITA 2017: 149- 165 [http://hdl.handle.net/10807/118779]

Come Angelica e Bradamante. Antonia Astori e Adelaide Acerbi, le donne della Driade

Proverbio, Paola
Primo
2017

Abstract

“D” come design, ma anche come donna: designer, artiste, artigiane e imprenditrici hanno avuto un ruolo chiave nella ricca e densa storia del design italiano dal dopoguerra ai nostri giorni, stando al centro della scena come dietro le quinte. Negli anni in cui la cultura del progetto si stava affermando, l’apporto dell’universo femminile è stato essenziale sotto il profilo della creatività e dell’innovazione. Donne che si sono distinte nei settori più diversi, indicando nuove possibili strade: non solo disegno industriale e grafica, ma editoria, formazione, imprenditoria, fino al mondo delle tecnologie informatico-digitali. Progettiste che hanno saputo fare la differenza, lavorando attivamente in studi di progettazione, nelle redazioni e all’interno delle università. La ricognizione sulle loro carriere ne sancisce autorialità e protagonismo, riconoscendone il coraggio di scelte spesso difficili e controcorrente. Attraverso il racconto delle loro vicende viene arricchita e completata la storia del design novecentesco, con nuove prospettive nei modi di leggere il ruolo della donna ieri come oggi. La componente femminile, con la doppia caratterizzazione incarnata dalle due eroine ariostesche – Angelica e Bradamente – emerge potente nel campo del design, una disciplina che parla il linguaggio universale della creatività, capace di spostare lo sguardo dal maschile al femminile e viceversa.
2017
Italiano
Angelica e Bradamante: le Donne del Design.
978-88-7115-986-7
Il Poligrafo
Proverbio, P., Come Angelica e Bradamante. Antonia Astori e Adelaide Acerbi, le donne della Driade, in Riccini, R. (ed.), Angelica e Bradamante: le Donne del Design., Il Poligrafo, PADOVA -- ITA 2017: 149- 165 [http://hdl.handle.net/10807/118779]
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