Le Epistole dei Fratelli della Purezza sono un testo unico sia per il loro carattere enciclopedico e la loro varietà estetico-cognitiva, sia per il mistero che le ha sempre circondate sino a oggi. In questo saggio si offre una lettura del ruolo giocato da tale mistero – voluto dall’autore o dagli autori dell’opera – nel dar forma al discorso del testo. Si sostiene che, nascondendo intenzionalmente la propria identità, gli autori abbiano fatto di tale mistero una componente essenziale del discorso del testo. Omettere l’autore dell’opera è stata infatti una rivoluzione epistemologica nelle consolidate tradizioni della cultura araba, tutte fondate sulle genealogie e sulle catene di trasmissione del sapere. L’omissione dell’autore trasforma il messaggio in mittente, ponendolo in grado di costruire il proprio mondo particolare, in un tempo e in uno spazio sottratti alla gerarchia di autori e testi, perché un testo senza autore è un testo “indipendente”. Pertanto, pur ritrovandosi nel testo ogni scuola di pensiero, esso non può essere attribuito a nessuna in particolare. Il discorso delle Epistole appartiene a una fase di transizione epistemologica, nella quale il discorso scritto, prima limitato al contesto orale e incapace di superare i vincoli e la fissità della produzione epistemologica orale, sta entrando in competizione con l’oralità. In questo volume, si presenta un’analisi di tale “competizione” – caratteristica distintiva delle Epistole - dal punto di vista stilistico e narrativo. In particolare, si offre un’analisi dettagliata della storia: “La causa intentata dagli animali contro l’uomo presso il re dei jinn”.
Eissa, F. W., Taḥlīl al-ḫiṭāb fī rasā'il Iḫwān al-Ṣafā, Bibliotheca Alexandrina, Alessandria d'Egitto 2018: 209 [http://hdl.handle.net/10807/117493]
Taḥlīl al-ḫiṭāb fī rasā'il Iḫwān al-Ṣafā
Eissa, Farouq Wael
2018
Abstract
Le Epistole dei Fratelli della Purezza sono un testo unico sia per il loro carattere enciclopedico e la loro varietà estetico-cognitiva, sia per il mistero che le ha sempre circondate sino a oggi. In questo saggio si offre una lettura del ruolo giocato da tale mistero – voluto dall’autore o dagli autori dell’opera – nel dar forma al discorso del testo. Si sostiene che, nascondendo intenzionalmente la propria identità, gli autori abbiano fatto di tale mistero una componente essenziale del discorso del testo. Omettere l’autore dell’opera è stata infatti una rivoluzione epistemologica nelle consolidate tradizioni della cultura araba, tutte fondate sulle genealogie e sulle catene di trasmissione del sapere. L’omissione dell’autore trasforma il messaggio in mittente, ponendolo in grado di costruire il proprio mondo particolare, in un tempo e in uno spazio sottratti alla gerarchia di autori e testi, perché un testo senza autore è un testo “indipendente”. Pertanto, pur ritrovandosi nel testo ogni scuola di pensiero, esso non può essere attribuito a nessuna in particolare. Il discorso delle Epistole appartiene a una fase di transizione epistemologica, nella quale il discorso scritto, prima limitato al contesto orale e incapace di superare i vincoli e la fissità della produzione epistemologica orale, sta entrando in competizione con l’oralità. In questo volume, si presenta un’analisi di tale “competizione” – caratteristica distintiva delle Epistole - dal punto di vista stilistico e narrativo. In particolare, si offre un’analisi dettagliata della storia: “La causa intentata dagli animali contro l’uomo presso il re dei jinn”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.