L’attesa di un figlio rappresenta un importante evento biografico che dà avvio ad un processo di evoluzione e significazione umana. Oltre alla dimensione affettiva, diventare madre implica un complesso di trasformazioni intime, relazionali, organizzative, professionali cui occorre far fronte. Il tempo dell’attesa è un tempo rivolto alla relazione. L’attendere indica al tempo stesso l’atto di aspettare, di custodire con cura, “del tendere a”, del mantenere una promessa, mentre nella sua forma intransitiva indica il dedicarsi con impegno a qualcuno, “attendere a” qualcuno. Si tratta di dar vita ad uno spazio (fisico, psichico, affettivo) che possa accogliere l’altro, mettendo in atto un processo fecondo e generativo. L’attesa, per non cadere in aspettativa, deve promuovere la capacità di aprirsi al nuovo, deve farsi sorprendere dall’altro; indica la sospensione dell’azione per accogliere dentro di sé l’altro e lasciarsi cambiare da questa relazione. Quando, invece, l’attesa si trasforma in aspettativa si satura lo spazio vuoto destinato ad accogliere l’altro e la relazione diventa strumentale e tende a conformare l’altro al desiderio di chi si attende qualcosa. L’attesa si fa attenzione e diventa generativa quando sa fare spazio all’altro, in questo senso richiede un lavoro di “svuotamento”, si tratta di fare spazio perché possa essere accolta una nuova vita. Il concepimento e la gravidanza avviano nella madre una rivoluzione silenziosa. La transizione alla genitorialità richiede una disponibilità al cambiamento e una trasformazione dei proprio ruolo e dei propri compiti in grado di assecondare quel processo che, mentre prepara la nascita del figlio, crea le condizioni perché possa nascere anche una madre. La gravidanza costituisce allora una profonda “crisi” maturativa, è un punto di svolta irreversibile nel ciclo vitale della donna. La nascita di un figlio chiede alla madre di trovare nuovi equilibri affettivi e relazionali. Prima ancora di essere concepito e di nascere il bambino esiste nell'immaginario della come un desiderio, che solo successivamente si fa progetto.

Simeone, D., Diventare madre: un'avventura educativa, in Lo Sapio, G., Essere madre, Consiglio regionale della Toscana, FIRENZE -- ITA 2017: 47-58 [http://hdl.handle.net/10807/116087]

Diventare madre: un'avventura educativa

Simeone, Domenico
2017

Abstract

L’attesa di un figlio rappresenta un importante evento biografico che dà avvio ad un processo di evoluzione e significazione umana. Oltre alla dimensione affettiva, diventare madre implica un complesso di trasformazioni intime, relazionali, organizzative, professionali cui occorre far fronte. Il tempo dell’attesa è un tempo rivolto alla relazione. L’attendere indica al tempo stesso l’atto di aspettare, di custodire con cura, “del tendere a”, del mantenere una promessa, mentre nella sua forma intransitiva indica il dedicarsi con impegno a qualcuno, “attendere a” qualcuno. Si tratta di dar vita ad uno spazio (fisico, psichico, affettivo) che possa accogliere l’altro, mettendo in atto un processo fecondo e generativo. L’attesa, per non cadere in aspettativa, deve promuovere la capacità di aprirsi al nuovo, deve farsi sorprendere dall’altro; indica la sospensione dell’azione per accogliere dentro di sé l’altro e lasciarsi cambiare da questa relazione. Quando, invece, l’attesa si trasforma in aspettativa si satura lo spazio vuoto destinato ad accogliere l’altro e la relazione diventa strumentale e tende a conformare l’altro al desiderio di chi si attende qualcosa. L’attesa si fa attenzione e diventa generativa quando sa fare spazio all’altro, in questo senso richiede un lavoro di “svuotamento”, si tratta di fare spazio perché possa essere accolta una nuova vita. Il concepimento e la gravidanza avviano nella madre una rivoluzione silenziosa. La transizione alla genitorialità richiede una disponibilità al cambiamento e una trasformazione dei proprio ruolo e dei propri compiti in grado di assecondare quel processo che, mentre prepara la nascita del figlio, crea le condizioni perché possa nascere anche una madre. La gravidanza costituisce allora una profonda “crisi” maturativa, è un punto di svolta irreversibile nel ciclo vitale della donna. La nascita di un figlio chiede alla madre di trovare nuovi equilibri affettivi e relazionali. Prima ancora di essere concepito e di nascere il bambino esiste nell'immaginario della come un desiderio, che solo successivamente si fa progetto.
2017
Italiano
978-88-89365-94-6
Consiglio regionale della Toscana
Simeone, D., Diventare madre: un'avventura educativa, in Lo Sapio, G., Essere madre, Consiglio regionale della Toscana, FIRENZE -- ITA 2017: 47-58 [http://hdl.handle.net/10807/116087]
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