Dopo il periodo delle avanguardie, gli anni Settanta sono stati quelli in cui più si è discusso criticamente attorno al fare arte, allo statuto dell’arte, al ruolo che può avere in seno alla società. Mostre, convegni, dibattiti e critiche giornalistiche hanno accompagnato la realizzazione individuale di opere e ne sono state in qualche modo, non solo la chiave di lettura, ma addirittura il motore realizzativo. Gli artisti si sono interrogati, insieme ai critici, sulla necessità di operare in seno alla società e sulla possibilità di individuare un linguaggio adatto a tale compito. L’aspetto che caratterizza fortemente l’arte dopo il Minimalismo e che lo differenzia dalle avanguardie è che tale rapporto con il sociale è intrinsecamente legato all’indagine concettuale, a un’indagine quindi strettamente inerente l’arte. In tal senso nell’arte degli anni Settanta si realizza una dialettica del tutto nuova tra ‘interno’ ed ‘esterno’, tra dimensione autoriflessiva e apertura sulla realtà sociale. Il saggio si interroga su questo specifico aspetto esaminando alcuni eventi espositivi ed analizzando opere esemplari di artisti impegnati nel confronto con la realtà politica e sociale.
Di Raddo, E., In/Out. Riflessioni critiche sulla fuoriuscita dell'arte dall'arte, in Casero, C., Di Raddo, E., Gallo, F. (ed.), Arte fuori dall'arte. Scontri e scambi tra arti visive e società negli anni Settanta, postmediabooks, Milano 2017: 9- 18 [http://hdl.handle.net/10807/110165]
In/Out. Riflessioni critiche sulla fuoriuscita dell'arte dall'arte
Di Raddo, Elena
Writing – Original Draft Preparation
2017
Abstract
Dopo il periodo delle avanguardie, gli anni Settanta sono stati quelli in cui più si è discusso criticamente attorno al fare arte, allo statuto dell’arte, al ruolo che può avere in seno alla società. Mostre, convegni, dibattiti e critiche giornalistiche hanno accompagnato la realizzazione individuale di opere e ne sono state in qualche modo, non solo la chiave di lettura, ma addirittura il motore realizzativo. Gli artisti si sono interrogati, insieme ai critici, sulla necessità di operare in seno alla società e sulla possibilità di individuare un linguaggio adatto a tale compito. L’aspetto che caratterizza fortemente l’arte dopo il Minimalismo e che lo differenzia dalle avanguardie è che tale rapporto con il sociale è intrinsecamente legato all’indagine concettuale, a un’indagine quindi strettamente inerente l’arte. In tal senso nell’arte degli anni Settanta si realizza una dialettica del tutto nuova tra ‘interno’ ed ‘esterno’, tra dimensione autoriflessiva e apertura sulla realtà sociale. Il saggio si interroga su questo specifico aspetto esaminando alcuni eventi espositivi ed analizzando opere esemplari di artisti impegnati nel confronto con la realtà politica e sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.