This book was the result of lifetime research studies both on the field and through archival and literature sources, conducted in Europe, Pakistan, Sultanate of Oman, and Zanzibar-Tanzania. In this study, I tried to focus on more than one littoral and on more than one region inside the Indian Ocean, with the object of analysing different perspectives both methodological and chronological. Since the first edition of this study published by Polimetrica in 2009, and throughout the years, I came across numerous new theories and interpretations, and the importance of the Indian Ocean is worldwide recognized, while when I started I was the only Italian scholar attending many international conferences where this area remained for a long time a neglected one. The fluid space of the Indian Ocean was influenced by different forces of capital and by knowledge–power nexus during and after the colonial period. The history of the Indian Ocean has gained a renewed interest as it reminds us of the greatest mobility and traversal with such an impact that it forces us to rethink how the processes of such encounters operate and what the areas stand for. Many stories remain untold inside this cosmopolitan interregional arena. The challenge is therefore great to try to reshape our understanding of Africa and Asia.

Dopo otto anni dalla prima edizione pubblicata nel 2009 con la casa editrice Polimetrica di Monza, la ristampa di questo volume in italiano con Educatt, Università Cattolica, necessita di una breve riflessione sulle vicende sia entro l’oceano Indiano, sia entro gli studi internazionali su questa regione ormai fondamentale per le politiche e per le economie globali. Non tutto ciò che è avvenuto è stato naturalmente positivo. Le guerre, la pirateria nel Corno d’Africa, il terrorismo di matrice islamica, i disastri eco-ambientali, le aggressioni nei confronti delle minoranze etnico-religiose, le tratte e i flussi migratori hanno condotto la regione alla attenzione del mondo che ha assistito alle drammatiche crisi economiche e geopolitiche internazionali. Quanto agli studi sulla regione, numerose sono state le conferenze internazionali, i simposi, i workshops, e le pubblicazioni in questi anni. Ormai sono attive più sedi che prevedono la pubblicazione di Indian Ocean Studies e includono questa tematica a pieno titolo nelle rassegne internazionali. Innanzitutto in questo arco di tempo si è tentato di definire meglio ciò che s’intende per Mare Arabico e per oceano Indiano, con le varie accezioni e le rispettive dinamiche, non solamente geografiche; per quanto la Penisola Arabica nel suo complesso e il Sultanato dell’Oman, con le sue storiche propaggini est-africane, siano stati al centro di numerose recenti analisi, si è tenuto conto anche delle influenze entro un più ampio quadro anche geo-politico. A questo riguardo, l’impostazione passatista della necessità del ‘controllo’ politico-territoriale è stata al centro di accesi dibattiti con lo scopo di rileggere e rivedere tali dinamiche, ormai ritenute obsolete, così come ad esempio i ‘miti’ che descrissero alcune aree della Penisola Arabica e dell’Africa orientale sub-sahariana come ricchissime e lussureggianti. Rileggere questo volume è interessante per la consapevolezza della ‘pesantezza’ del passato descritto, ma ancora di più per gli strumenti di ricerca sulle realtà contemporanee, mai disgiunte dalle antecedenti. Attualmente sono in corso una serie di politiche volte all’occupazione di alcuni ‘spazi vuoti’ in quelle aree dell’interno sia della penisola Arabica, sia dell’Africa orientale per riconvertire economicamente gli equilibri e gli squilibri tra fasce costiere e interno. Progetti, questi, potenzialmente stabilizzanti, ma anche fonti di perplessità nel lungo periodo. La questione dell’identità, e non solamente da una prospettiva antropologica, è inoltre stata al centro dei dibattiti, in quelle aree dove le persone vivono costantemente in due o più luoghi, e le successive ondate migratorie, e i rispettivi flussi, contribuiscono a significative modificazioni delle società, delle politiche e delle economie locali. L’isolamento versus aggregazione, e le loro implicazioni e conseguenze, sono certamente aspetti caratterizzanti di più litorali dell’oceano Indiano occidentale. E a questo riguardo, il termine ‘translocal’ è stato oggetto di pareri spesso discordanti. Nell’ambito delle analisi riguardanti le comunità migrate e migranti, alcuni aspetti culturali e magico-medicali da esse praticati hanno gettato luce su numerose questioni poco studiate, fortemente connesse alle principali dinamiche anche dello sviluppo. Quanto ai fenomeni dell’urbanizzazione, le comunità che progressivamente hanno composto le città swahili lungo i litorali dell’Africa orientale hanno dato vita a processi ‘d’inclusione’ ed ‘esclusione’ che non sempre si sono identificati con i processi di ‘gerarchizzazione’, tipici dell’accelerazione coloniale. Il ruolo delle famiglie swahili nelle relazioni tra le coste e l’interno est-africano di mediatori, i middlemen descritti da Middleton nel testo, non può considerarsi più valido grazie agli studi di T. Vernet. La città di Zanzibar, una città swahili, ampiamente inserita nella cultura africana è, allo stesso tempo, fortemente influenzata da culture mercantili cosmopolitiche, ma anche dalle fasi coloniali. I suoi ‘confini’ sono costituiti dalle mura, dalla fortezza di origini portoghesi, da costruzioni d’influenza asiatica e araba, e dal mare, dall’oceano Indiano occidentale: tutte apposizioni e sovrapposizioni di ‘pellicole culturali’ che coesistono nelle loro progressive omogeneizzazioni. Qui i confini ‘solidi’ e i confini ‘fluidi’ s’incontrano in luoghi che vengono continuamente definiti e ridefiniti in costanti ricerche d’identità e di spazi. La scelta della copertina è dal testo di Enrico Pottinger, dal titolo Relazione di un viaggio in Belutchistan e in una parte della Persia, pubblicato per i tipi della casa editrice Sonzogno di Milano nel 1819. Questo volume è il risultato di ricerche condotte attraverso un mondo non solamente ancora non noto, e per questo considerato esotico, misterioso, nel quale perdersi, e forse morire, ma un mondo privo di definizioni territoriali e di confini politici. Il Balochistan era totalmente sconosciuto agli europei poiché le ultime testimonianze risalivano al tempo di Alessandro Magno. Il graduale coinvolgimento dei territori medio-asiatici nelle tensioni europee dei primi decenni del diciannovesimo secolo diede inizio alle relazioni tra la regione del Khanato di Kalat e i rappresentanti del governo dell’India. L’intera area venne così a rivestire una notevole importanza geostrategica. Profonda era la curiosità e ampio l’interesse per i viaggi in ciò che viene erroneamente definito Oriente, e per tutto ciò che proveniva da quelle regioni. Henry Pottinger (1789-1856) fu Tenente, al servizio dell’East India Company nel presidio di Bombay. Non 1808 egli compì una missione esplorativa nel Sind, in India, per ordine di Lord Minto, Governatore Generale dell’India. Fra il 1809 e il 1810 il Tenente Pottinger, offertosi volontario, esplorò il Balochistan. Fu scelto da Lord Clare, Governatore Generale di Bombay per stipulare un trattato commerciale con gli Amir del Sind che venne firmato nel 1832. Con il grado di Colonnello, Henry Pottinger fu Residente nella regione di Kutch, confinante con i domini britannici dell’India. Sopravvissuto alla prima guerra anglo-afghana (1839-1842), nel 1846 divenne Alto Commissario nei territori dell’Africa meridionale; fu Governatore di Madras, nell’India sudorientale e oggi il suo ritratto si trova a Whitehall a Londra. Indubbiamente copiosa e articolata è la letteratura su quest’ampia tematica e numerosi sono gli studi che hanno contribuito alla conoscenza di queste regioni ancora oggi al centro di rivalità politico-istituzionali e socio-economiche. A questo riguardo proprio la regione pakistana del Balochistan, il porto di Gwadar ha una forte presenza cinese con copiosi investimenti economico-strategici, è in questi anni sotto attacco da parte dell’esercito governativo di Islamabad e le uccisioni e sparizioni hanno condotto a numerose richieste di rispetto dei diritti umani e di difesa anche davanti alle amministrazioni presidenziali americane, appelli purtroppo ancora senza risposte. Le coste della Penisola Arabica assistono a una importante e significativa ridefinizione di vecchie e nuove alleanze che includono la immane tragedia dello Yemen. La Somalia è una terra di morte e disperazione in seguito al sanguinoso attacco terroristico del 14 ottobre 2017 che ha lasciato quasi 400 morti a Mogadiscio, mentre le coste dell’Africa orientale vivono avvicendamenti politici molto lontani dalle libertà e dalle politiche volte al benessere delle proprie popolazioni. Il terrorismo è una realtà sia in ambito islamico sia in Europa e il sentimento di insicurezza, fragilità e paura ora pervade ogni luogo. Infine, ma di certo non da ultimo, il tema della schiavitù - nelle sue differenziazioni tra società schiavistiche e società che possiedono schiavi, ma anche nelle basi del potere e nei sistemi di subalternità - offre importanti spunti di riflessione sulla possibilità di studiare questo drammatico fenomeno globale del passato per poter comprendere come mettere fine alla tratta di esseri umani oggi nel mondo. Ambizione, questa, al centro di numerosi progetti di ricerca e studio internazionali. Rimando alla bibliografia aggiornata, priva di differenziazioni ragionate, la mia produzione scientifico-accademica dal 2009. È opportuno ricordare che a oggi gli studiosi italiani di tali aree sono ancora una minoranza, ma che fondamentale è stato, ed è, il loro contributo.

Nicolini, B., L'oceano Indiano Occidentale. Scorci di Storia, Educatt, Milano, 2017, Educatt Università Cattolica del Sacro Cuore, MILANO -- ITA 2017: 241 [http://hdl.handle.net/10807/108766]

L'oceano Indiano Occidentale. Scorci di Storia, Educatt, Milano, 2017

Nicolini, Beatrice
Writing – Original Draft Preparation
2017

Abstract

This book was the result of lifetime research studies both on the field and through archival and literature sources, conducted in Europe, Pakistan, Sultanate of Oman, and Zanzibar-Tanzania. In this study, I tried to focus on more than one littoral and on more than one region inside the Indian Ocean, with the object of analysing different perspectives both methodological and chronological. Since the first edition of this study published by Polimetrica in 2009, and throughout the years, I came across numerous new theories and interpretations, and the importance of the Indian Ocean is worldwide recognized, while when I started I was the only Italian scholar attending many international conferences where this area remained for a long time a neglected one. The fluid space of the Indian Ocean was influenced by different forces of capital and by knowledge–power nexus during and after the colonial period. The history of the Indian Ocean has gained a renewed interest as it reminds us of the greatest mobility and traversal with such an impact that it forces us to rethink how the processes of such encounters operate and what the areas stand for. Many stories remain untold inside this cosmopolitan interregional arena. The challenge is therefore great to try to reshape our understanding of Africa and Asia.
2017
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Educatt Università Cattolica del Sacro Cuore
Nicolini, B., L'oceano Indiano Occidentale. Scorci di Storia, Educatt, Milano, 2017, Educatt Università Cattolica del Sacro Cuore, MILANO -- ITA 2017: 241 [http://hdl.handle.net/10807/108766]
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10807/108766
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact