La ricostruzione di un nucleo collezionistico antico e prestigioso quale quello degli avori un tempo appartenuti alla casata milanese dei marchesi Trivulzio, è occasione per un’attenta disanima dei diversi contesti culturali che ne hanno in qualche modo favorito la tesaurizzazione, la conoscenza e la successiva valorizzazione. Le indagini svolte nella presente occasione ed esposte in particolare da Alessandra Squizzato nella prima parte del volume, hanno rivelato una continuità di interessi dei membri della famiglia, siano stati essi di volta in volta studiosi esperti o semplici appassionati, che a partire dai decenni centrali del secolo XVIII si è poi a lungo preservata, favorendo la creazione di una rete di relazioni intessute e via via con cura tramandate con altri aggiornati centri di elaborazione culturale della Penisola, quali Firenze, Bologna, Cremona, Brescia, l’area del Triveneto. Si tratta di un insieme di manufatti attualmente conservato in importanti sedi museali in Europa e America, dal Louvre al Victoria & Albert, dal Metropolitan di New York ai Musei Civici del Castello Sforzesco, di grande valore estetico e storico, assai variegato per tipologia– dittici, tavolette, piccole sculture, oggetti d’arte suntuaria - e per collocazione cronologica, dalla tarda antichità al periodo rinascimentale, che Francesca Tasso ha saputo radunare avvalendosi della documentazione inedita per l’occasione rinvenuta presso archivi privati, e poi studiare con metodo aggiornato e confrontandosi col più recente stato degli studi, lavoro del quale dà conto il cospicuo corpus di schedatura scientifica che insieme alla puntuale trascrizione della fonti costituisce la seconda parte del lavoro.

Squizzato, A., Tasso, F., Gli Avori Trivulzio. Arte, studio e collezionismo a Milano tra Sette e Ottocento, Il Poligrafo, Padova 2017: 320 [http://hdl.handle.net/10807/108516]

Gli Avori Trivulzio. Arte, studio e collezionismo a Milano tra Sette e Ottocento

Squizzato, Alessandra
Co-primo
;
2017

Abstract

La ricostruzione di un nucleo collezionistico antico e prestigioso quale quello degli avori un tempo appartenuti alla casata milanese dei marchesi Trivulzio, è occasione per un’attenta disanima dei diversi contesti culturali che ne hanno in qualche modo favorito la tesaurizzazione, la conoscenza e la successiva valorizzazione. Le indagini svolte nella presente occasione ed esposte in particolare da Alessandra Squizzato nella prima parte del volume, hanno rivelato una continuità di interessi dei membri della famiglia, siano stati essi di volta in volta studiosi esperti o semplici appassionati, che a partire dai decenni centrali del secolo XVIII si è poi a lungo preservata, favorendo la creazione di una rete di relazioni intessute e via via con cura tramandate con altri aggiornati centri di elaborazione culturale della Penisola, quali Firenze, Bologna, Cremona, Brescia, l’area del Triveneto. Si tratta di un insieme di manufatti attualmente conservato in importanti sedi museali in Europa e America, dal Louvre al Victoria & Albert, dal Metropolitan di New York ai Musei Civici del Castello Sforzesco, di grande valore estetico e storico, assai variegato per tipologia– dittici, tavolette, piccole sculture, oggetti d’arte suntuaria - e per collocazione cronologica, dalla tarda antichità al periodo rinascimentale, che Francesca Tasso ha saputo radunare avvalendosi della documentazione inedita per l’occasione rinvenuta presso archivi privati, e poi studiare con metodo aggiornato e confrontandosi col più recente stato degli studi, lavoro del quale dà conto il cospicuo corpus di schedatura scientifica che insieme alla puntuale trascrizione della fonti costituisce la seconda parte del lavoro.
2017
Italiano
Monografia o trattato scientifico
Il Poligrafo
Squizzato, A., Tasso, F., Gli Avori Trivulzio. Arte, studio e collezionismo a Milano tra Sette e Ottocento, Il Poligrafo, Padova 2017: 320 [http://hdl.handle.net/10807/108516]
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