IL CAPITOLO ANALIZZA un aspetto fondamentale delle relazioni interetniche in classe, cioè come l’insegnante vive l’esperienza della multiculturalità. Nel corso della rilevazione ORIM tramite questionario, sono state raccolte 71 schede-docenti delle scuole campionate , con lo scopo di verificare l’esistenza nel plesso di attività di accoglienza/integrazione degli alunni non italiani e di raccogliere alcune opinioni dei docenti in merito alla realtà multiculturale delle classi e alle strategie messe in campo. Gli insegnanti sono in genere dell’idea che la presenza di alunni stranieri sia un fatto stimolante per gli insegnanti (62%) e per gli studenti (93%), consenta di rinnovare il proprio insegnamento (59,2%), sia un segno di modernità della scuola (61,2%) e una presenza che dovrebbe comunque essere distribuita in tutte le classi o scuole (87,3%). Tuttavia, vengono rilevati anche alcuni aspetti critici, come l’aumento del carico di lavoro (18,6%), un freno al regolare svolgimento dell’attività didattica (11,3%), un abbassamento della qualità dell’insegnamento (8,5%). Gli insegnanti si sentono in genere abbastanza preparati nell’affrontare la realtà multiculturale delle classi: i dati mostrano che all’aumentare degli anni di servizio aumenta il grado di preparazione percepita per affrontare le sfide della multiculturalità e crescono le occasioni di formazione che il docente coglie per prepararsi ai temi dell’intercultura; non si modifica, invece, l’attivazione di misure di accoglienza che anzi tendono a calare con l’età. Inoltre, il grado di sensibilità varia in relazione alla densità della popolazione straniera: infatti, dove c’è una concentrazione superiore al 50%, i docenti si sentono meno adeguati alle situazioni complesse che si trovano ad affrontare e hanno speso meno energie nell’auto-formazione; tuttavia, mostrano di aver intrapreso un numero medio di interventi di accoglienza/integrazione superiore a quello dei colleghi delle scuole meno “sotto pressione” e di avere opinioni lievemente più sensibili verso gli stranieri. La percezione della propria adeguatezza è legata anche al grado di attivazione dell’istituto, che pertanto produce un livello più alto di sensibilità e di consapevolezza, accanto a una visione realistica della situazione, nella quale si colgono anche gli aspetti più problematici e non solo quelli di innovazione e cambiamento. Si conferma, a questo proposito, quanto rilevato anche nel corso di altre indagini (Eve, Ricucci, 2009; Osservatorio provinciale immigrazione di Bologna, 2010), sull’importanza delle specifiche situazioni, degli ambienti “locali” nel delineare e sviluppare le modalità di incontro e di relazione. Fra gli aspetti di criticità, si sottolinea soprattutto il basso livello di cooperazione fra docenti dello stesso istituto e la scarsità di risorse mirate all’inserimento e all’integrazione degli alunni stranieri. Il rapporto insegnante-alunno è stato oindagato anche con domande dirette nel questionario agli alunni. Gli intervistati, sia italiani sia stranieri, ritengono di essere trattati bene (48,1%) o abbastanza bene (30%) dagli insegnanti e ne sono più convinte le femmine dei maschi e coloro che hanno un buon rendimento scolastico. Il rapporto positivo alunni-docenti non si modifica in relazione alla numerosità della presenza degli stranieri. Questo sta a significare una buona capacità di interazione degli insegnanti anche in situazioni complesse e dense di problematiche legate alla estrema eterogeneità della popolazione scolastica.

Colombo, M., Del Zotto, E., Le relazioni insegnante-studenti nelle classi multietniche, in Colombo, M., Besozzi, E. (ed.), Relazioni interetniche e livelli di integrazione nelle realtà scolastico-formative della Lombardia, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicit&agrave; (ORIM), Milano 2012: <<Rapporto Orim 2011>>, 107- 128 [http://hdl.handle.net/10807/10710]

Le relazioni insegnante-studenti nelle classi multietniche

Colombo, Maddalena;
2012

Abstract

IL CAPITOLO ANALIZZA un aspetto fondamentale delle relazioni interetniche in classe, cioè come l’insegnante vive l’esperienza della multiculturalità. Nel corso della rilevazione ORIM tramite questionario, sono state raccolte 71 schede-docenti delle scuole campionate , con lo scopo di verificare l’esistenza nel plesso di attività di accoglienza/integrazione degli alunni non italiani e di raccogliere alcune opinioni dei docenti in merito alla realtà multiculturale delle classi e alle strategie messe in campo. Gli insegnanti sono in genere dell’idea che la presenza di alunni stranieri sia un fatto stimolante per gli insegnanti (62%) e per gli studenti (93%), consenta di rinnovare il proprio insegnamento (59,2%), sia un segno di modernità della scuola (61,2%) e una presenza che dovrebbe comunque essere distribuita in tutte le classi o scuole (87,3%). Tuttavia, vengono rilevati anche alcuni aspetti critici, come l’aumento del carico di lavoro (18,6%), un freno al regolare svolgimento dell’attività didattica (11,3%), un abbassamento della qualità dell’insegnamento (8,5%). Gli insegnanti si sentono in genere abbastanza preparati nell’affrontare la realtà multiculturale delle classi: i dati mostrano che all’aumentare degli anni di servizio aumenta il grado di preparazione percepita per affrontare le sfide della multiculturalità e crescono le occasioni di formazione che il docente coglie per prepararsi ai temi dell’intercultura; non si modifica, invece, l’attivazione di misure di accoglienza che anzi tendono a calare con l’età. Inoltre, il grado di sensibilità varia in relazione alla densità della popolazione straniera: infatti, dove c’è una concentrazione superiore al 50%, i docenti si sentono meno adeguati alle situazioni complesse che si trovano ad affrontare e hanno speso meno energie nell’auto-formazione; tuttavia, mostrano di aver intrapreso un numero medio di interventi di accoglienza/integrazione superiore a quello dei colleghi delle scuole meno “sotto pressione” e di avere opinioni lievemente più sensibili verso gli stranieri. La percezione della propria adeguatezza è legata anche al grado di attivazione dell’istituto, che pertanto produce un livello più alto di sensibilità e di consapevolezza, accanto a una visione realistica della situazione, nella quale si colgono anche gli aspetti più problematici e non solo quelli di innovazione e cambiamento. Si conferma, a questo proposito, quanto rilevato anche nel corso di altre indagini (Eve, Ricucci, 2009; Osservatorio provinciale immigrazione di Bologna, 2010), sull’importanza delle specifiche situazioni, degli ambienti “locali” nel delineare e sviluppare le modalità di incontro e di relazione. Fra gli aspetti di criticità, si sottolinea soprattutto il basso livello di cooperazione fra docenti dello stesso istituto e la scarsità di risorse mirate all’inserimento e all’integrazione degli alunni stranieri. Il rapporto insegnante-alunno è stato oindagato anche con domande dirette nel questionario agli alunni. Gli intervistati, sia italiani sia stranieri, ritengono di essere trattati bene (48,1%) o abbastanza bene (30%) dagli insegnanti e ne sono più convinte le femmine dei maschi e coloro che hanno un buon rendimento scolastico. Il rapporto positivo alunni-docenti non si modifica in relazione alla numerosità della presenza degli stranieri. Questo sta a significare una buona capacità di interazione degli insegnanti anche in situazioni complesse e dense di problematiche legate alla estrema eterogeneità della popolazione scolastica.
2012
Italiano
Relazioni interetniche e livelli di integrazione nelle realtà scolastico-formative della Lombardia
9788864471037
Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicit&agrave; (ORIM)
Colombo, M., Del Zotto, E., Le relazioni insegnante-studenti nelle classi multietniche, in Colombo, M., Besozzi, E. (ed.), Relazioni interetniche e livelli di integrazione nelle realtà scolastico-formative della Lombardia, Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietnicit&agrave; (ORIM), Milano 2012: <<Rapporto Orim 2011>>, 107- 128 [http://hdl.handle.net/10807/10710]
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