La ricerca presentata prende origine entro l’Unità di Ricerca in Psicologia, Sport e Società dell’Università Cattolica di Milano. Negli ultimi anni sono maturati nell’Area due importanti filoni di ricerca correlati tra loro da cui ha preso le mosse il presente lavoro: il tema dell’identità professionale e delle professionalità emergenti (Kaneklin, Gozzoli, 2011), e in particolare il tema della professionalità dello psicologo nell’attuale contesto italiano (Bosio, 2004,2011). Le esperienze e i contatti sviluppati con professionisti che lavorano come psicologi nel contesto sportivo hanno mosso l’interesse ad avvicinarsi allo studio specifico di tale professionalità, intesa come professionalità in sviluppo in Italia. In letteratura si parla sempre più di aspetti mentali della pratica sportiva dai quali la preparazione tecnica e tattica non possono prescindere, e sono numerose le ricerche che si focalizzano sulle diverse variabili psicologiche in gioco (attenzione, stress, emozioni ecc.). Più scarna risultano invece le informazioni relative al profilo professionale dei professionisti che operano quotidianamente in tali settori. Con la finalità di delineare le caratteristiche di tale figura professionale, cogliendone contemporaneamente elementi di fatica e di risorsa, è stato impostato un dispositivo di ricerca qualitativo che ha coinvolto 30 psicologi italiani che lavorano in diversi contesti sportivi. Dall’analisi del materiale emerge il delinearsi di profili professionali che si sono specializzati in una fase post laurea seguendo percorsi differenziati, che hanno fatto della passione per lo sport (spesso anche praticato) la principale leva motivazionale di partenza per la propria professione e che attualmente svolgono il proprio lavoro in differenti ambiti: dal sociale al clinico, dalla formazione alla ricerca. Professionisti a cui è richiesto, con flessibilità e coltivando competenze trasversali, di muoversi in un contesto lavorativo variegato e poco definito in un’ottica di lavoro di rete. Accanto ad elementi positivi quali la forte passione per il proprio lavoro e la possibilità di costruirsi quasi percorsi lavorativi “ad hoc”, emergono però anche le fatiche di una professione che vanta uno scarso riconoscimento professionale in un contesto di lavoro ancora giovane e in evoluzione. La ricerca fornisce spunti interessanti rispetto ad una professionalità ancora in via di definizione, cogliendo a diverso titolo nuove domande sociali e organizzative.

Gozzoli, C., D'Angelo, C., Quale psicologo per il mondo dello sport?, in Flavio Nascimben, F. N., Guida alla psicologia dello sport, Libreria dello sport, Milano 2011: 67-79 [http://hdl.handle.net/10807/10706]

Quale psicologo per il mondo dello sport?

Gozzoli, Caterina;D'Angelo, Chiara
2011

Abstract

La ricerca presentata prende origine entro l’Unità di Ricerca in Psicologia, Sport e Società dell’Università Cattolica di Milano. Negli ultimi anni sono maturati nell’Area due importanti filoni di ricerca correlati tra loro da cui ha preso le mosse il presente lavoro: il tema dell’identità professionale e delle professionalità emergenti (Kaneklin, Gozzoli, 2011), e in particolare il tema della professionalità dello psicologo nell’attuale contesto italiano (Bosio, 2004,2011). Le esperienze e i contatti sviluppati con professionisti che lavorano come psicologi nel contesto sportivo hanno mosso l’interesse ad avvicinarsi allo studio specifico di tale professionalità, intesa come professionalità in sviluppo in Italia. In letteratura si parla sempre più di aspetti mentali della pratica sportiva dai quali la preparazione tecnica e tattica non possono prescindere, e sono numerose le ricerche che si focalizzano sulle diverse variabili psicologiche in gioco (attenzione, stress, emozioni ecc.). Più scarna risultano invece le informazioni relative al profilo professionale dei professionisti che operano quotidianamente in tali settori. Con la finalità di delineare le caratteristiche di tale figura professionale, cogliendone contemporaneamente elementi di fatica e di risorsa, è stato impostato un dispositivo di ricerca qualitativo che ha coinvolto 30 psicologi italiani che lavorano in diversi contesti sportivi. Dall’analisi del materiale emerge il delinearsi di profili professionali che si sono specializzati in una fase post laurea seguendo percorsi differenziati, che hanno fatto della passione per lo sport (spesso anche praticato) la principale leva motivazionale di partenza per la propria professione e che attualmente svolgono il proprio lavoro in differenti ambiti: dal sociale al clinico, dalla formazione alla ricerca. Professionisti a cui è richiesto, con flessibilità e coltivando competenze trasversali, di muoversi in un contesto lavorativo variegato e poco definito in un’ottica di lavoro di rete. Accanto ad elementi positivi quali la forte passione per il proprio lavoro e la possibilità di costruirsi quasi percorsi lavorativi “ad hoc”, emergono però anche le fatiche di una professione che vanta uno scarso riconoscimento professionale in un contesto di lavoro ancora giovane e in evoluzione. La ricerca fornisce spunti interessanti rispetto ad una professionalità ancora in via di definizione, cogliendo a diverso titolo nuove domande sociali e organizzative.
2011
Italiano
9788861270343
Libreria dello sport
Gozzoli, C., D'Angelo, C., Quale psicologo per il mondo dello sport?, in Flavio Nascimben, F. N., Guida alla psicologia dello sport, Libreria dello sport, Milano 2011: 67-79 [http://hdl.handle.net/10807/10706]
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