Nella tecnica del chiaroscuro le immagini si originano attraverso il bilanciamento, la fusione e la sovrapposizione di tonalità chiare e scure secondo una reciproca ambivalenza. I chiari lasciano trasparire le figure, senza però poter diventare essi stessi trasparenti, gli scuri risaltano sfumature che, senza opacità, non possono essere rilevate. Tuttavia, né i toni chiari né quelli scuri possono diventare totalizzanti, pena l’invisibilità: della luce in un caso, del buio nell’altro. La vita umana può essere colta nella stessa intrinseca ambivalenza: non si dà chiaro senza scuro. L’etica filosofica, però, non può convivere con il dinamismo dei chiaroscuri senza cercare di diradare ombre e ambiguità. Compito che diventa tanto più rilevante quando si tratta di pensare le figure dell’ethos, intese come i più importanti modi di essere e di porsi dell’uomo nei confronti di se stesso e delle sue relazioni. Attraverso le analisi di pensatori come Aristotele, Kierkegaard, Sartre, Arendt e Jankélévitch, intrecciate con alcune tra le più vertiginose pagine letterarie di Dostoevskij, il libro introduce il lettore in un percorso filosofico che, a partire dalla distinzione tra ambivalenza e ambiguità, affronta le più significative figure della vita morale.
Musio, A., Chiaroscuri. Figure dell'ethos, Vita e Pensiero, Milano 2017: 184 [http://hdl.handle.net/10807/103533]
Chiaroscuri. Figure dell'ethos
Musio, AlessioPrimo
2017
Abstract
Nella tecnica del chiaroscuro le immagini si originano attraverso il bilanciamento, la fusione e la sovrapposizione di tonalità chiare e scure secondo una reciproca ambivalenza. I chiari lasciano trasparire le figure, senza però poter diventare essi stessi trasparenti, gli scuri risaltano sfumature che, senza opacità, non possono essere rilevate. Tuttavia, né i toni chiari né quelli scuri possono diventare totalizzanti, pena l’invisibilità: della luce in un caso, del buio nell’altro. La vita umana può essere colta nella stessa intrinseca ambivalenza: non si dà chiaro senza scuro. L’etica filosofica, però, non può convivere con il dinamismo dei chiaroscuri senza cercare di diradare ombre e ambiguità. Compito che diventa tanto più rilevante quando si tratta di pensare le figure dell’ethos, intese come i più importanti modi di essere e di porsi dell’uomo nei confronti di se stesso e delle sue relazioni. Attraverso le analisi di pensatori come Aristotele, Kierkegaard, Sartre, Arendt e Jankélévitch, intrecciate con alcune tra le più vertiginose pagine letterarie di Dostoevskij, il libro introduce il lettore in un percorso filosofico che, a partire dalla distinzione tra ambivalenza e ambiguità, affronta le più significative figure della vita morale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.