I nuovi intermediari culturali sono professionisti della comunicazione, intellettuali impiegati nella divulgazione, artisti che creano immagini della cultura di massa, disseminatori di buon gusto che tentano di coniugare cultura d'élite e senso degli affari. Essi prosperano nell'ambivalenza della cultura postmoderna, ne nutrono i mezzi di comunicazione, dai quali a loro volta le loro elaborazioni culturali ricavano consistenza e potere. Sono i protagonisti della nostra cultura, perché comunicare cultura è oggi più che mai equivalente a fare cultura. Il mondo della produzione culturale, del resto, coincide con una fetta sempre più larga del mondo economico e, più in generale, è un crocevia dove si incontrano logiche differenti: di espressività e di mercato, di informazione e di intrattenimento, di ricerca intellettuale e di immagine, di conservazione e di innovazione, ecc. Pertanto i suoi attori costituiscono un osservatorio privilegiato delle interconnessioni della società postmoderna e ne sono privilegiati interpreti. Per dimostrare questa tesi si sono utilizzate quasi cento storie di vita di intermediari culturali milanesi, giornalisti e architetti, galleristi e pubblicitari, direttori di centri culturali e PR operatori del turismo, della televisione e della moda. Al centro di un reticolo di informazioni inusitato, l'intermediario culturale ha a disposizione un'offerta illimitata di occasioni formative e ne è perennemente attratto. È con questo atteggiamento autoeducativo che egli si dispone a veicolare agli altri il suo bagaglio di significati, riesaminandoli alla luce di altri significati. Esperto di un sistema complesso, responsabile di rilevanti frammenti della riflessività sociale, da lui in larga parte dipende se e quanto l'eccedenza di comunicazione sarà veicolo di confronto ed emancipazione o invece causa di livellamento ed esclusione.

Bovone, L. (ed.), Creare comunicazione. I nuovi intermediari di cultura a Milano, Franco Angeli, Milano 1994: 284 [http://hdl.handle.net/10807/10291]

Creare comunicazione. I nuovi intermediari di cultura a Milano

Bovone, Laura
1994

Abstract

I nuovi intermediari culturali sono professionisti della comunicazione, intellettuali impiegati nella divulgazione, artisti che creano immagini della cultura di massa, disseminatori di buon gusto che tentano di coniugare cultura d'élite e senso degli affari. Essi prosperano nell'ambivalenza della cultura postmoderna, ne nutrono i mezzi di comunicazione, dai quali a loro volta le loro elaborazioni culturali ricavano consistenza e potere. Sono i protagonisti della nostra cultura, perché comunicare cultura è oggi più che mai equivalente a fare cultura. Il mondo della produzione culturale, del resto, coincide con una fetta sempre più larga del mondo economico e, più in generale, è un crocevia dove si incontrano logiche differenti: di espressività e di mercato, di informazione e di intrattenimento, di ricerca intellettuale e di immagine, di conservazione e di innovazione, ecc. Pertanto i suoi attori costituiscono un osservatorio privilegiato delle interconnessioni della società postmoderna e ne sono privilegiati interpreti. Per dimostrare questa tesi si sono utilizzate quasi cento storie di vita di intermediari culturali milanesi, giornalisti e architetti, galleristi e pubblicitari, direttori di centri culturali e PR operatori del turismo, della televisione e della moda. Al centro di un reticolo di informazioni inusitato, l'intermediario culturale ha a disposizione un'offerta illimitata di occasioni formative e ne è perennemente attratto. È con questo atteggiamento autoeducativo che egli si dispone a veicolare agli altri il suo bagaglio di significati, riesaminandoli alla luce di altri significati. Esperto di un sistema complesso, responsabile di rilevanti frammenti della riflessività sociale, da lui in larga parte dipende se e quanto l'eccedenza di comunicazione sarà veicolo di confronto ed emancipazione o invece causa di livellamento ed esclusione.
1994
Italiano
9788846412461
Bovone, L. (ed.), Creare comunicazione. I nuovi intermediari di cultura a Milano, Franco Angeli, Milano 1994: 284 [http://hdl.handle.net/10807/10291]
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