Cambridge, Massachusetts, 1954. In quella che ancora oggi è considerata una delle principali università americane, in un dipartimento che conta tra le sue file alcuni dei più importanti progettisti, storici e teorici al mondo, impegnati nel portare avanti gli ideali del Bauhaus ereditati direttamente dal grande maestro Walter Gropius, un artista sardo, Costantino Nivola, riceve l’incarico del corso di “Fondamenti del Design”, l’analogo del leggendario Vorkurs. Da questo incarico nascerà un’esperienza tutta italiana, quella del Design Workshop della Harvard University, diretto prima da Nivola (1956-57, poi 1970), poi dal collega Mirko Basaldella (1957-69), nell’ambito della Graduate School of Design. Il laboratorio costituisce una delle più interessanti applicazioni sul campo, oltre che degli insegnamenti del Bauhaus, di quell’idea di «learning by doing» che animava il mondo dei college fin dagli inizi del secolo, e che aveva trovato ampio sostegno nel pensiero di John Dewey. Perché un insegnamento legato al problematico concetto di “Design” viene affidato a due artisti? E perché due artisti italiani, in un momento storico in cui l’America, anche in campo culturale, aveva ormai assunto un ruolo da protagonista? L’autore cerca di rispondere a queste domande a partire da un inquadramento storico e teorico del problema, dalla definizione del “design” e della sua particolare incidenza sui contenuti e le categorie didattiche dell’arte nell’università americana, soprattutto in relazione all’importazione del modello-Bauhaus. Il rapporto con questo ingombrante precedente è affrontato anche allo scopo di spiegare la distanza tra l’arte prodotta dall’avanguardia americana di quegli anni e quella insegnata a livello universitario, esiti rispettivi di due diverse formulazioni del “modernismo”: proprio in questa distanza si colloca il lavoro di docenti di Nivola e di Mirko, ma anche di Bruno Munari, invitato a Harvard per un semestre nel 1967.
Mcmanus, K., Italiani a Harvard. Costantino Nivola, Mirko Basaldella e il Design Workshop, 1954-1970, Franco Angeli, Milano 2015: 177 [http://hdl.handle.net/10807/101481]
Italiani a Harvard. Costantino Nivola, Mirko Basaldella e il Design Workshop, 1954-1970
Mcmanus, Kevin
2015
Abstract
Cambridge, Massachusetts, 1954. In quella che ancora oggi è considerata una delle principali università americane, in un dipartimento che conta tra le sue file alcuni dei più importanti progettisti, storici e teorici al mondo, impegnati nel portare avanti gli ideali del Bauhaus ereditati direttamente dal grande maestro Walter Gropius, un artista sardo, Costantino Nivola, riceve l’incarico del corso di “Fondamenti del Design”, l’analogo del leggendario Vorkurs. Da questo incarico nascerà un’esperienza tutta italiana, quella del Design Workshop della Harvard University, diretto prima da Nivola (1956-57, poi 1970), poi dal collega Mirko Basaldella (1957-69), nell’ambito della Graduate School of Design. Il laboratorio costituisce una delle più interessanti applicazioni sul campo, oltre che degli insegnamenti del Bauhaus, di quell’idea di «learning by doing» che animava il mondo dei college fin dagli inizi del secolo, e che aveva trovato ampio sostegno nel pensiero di John Dewey. Perché un insegnamento legato al problematico concetto di “Design” viene affidato a due artisti? E perché due artisti italiani, in un momento storico in cui l’America, anche in campo culturale, aveva ormai assunto un ruolo da protagonista? L’autore cerca di rispondere a queste domande a partire da un inquadramento storico e teorico del problema, dalla definizione del “design” e della sua particolare incidenza sui contenuti e le categorie didattiche dell’arte nell’università americana, soprattutto in relazione all’importazione del modello-Bauhaus. Il rapporto con questo ingombrante precedente è affrontato anche allo scopo di spiegare la distanza tra l’arte prodotta dall’avanguardia americana di quegli anni e quella insegnata a livello universitario, esiti rispettivi di due diverse formulazioni del “modernismo”: proprio in questa distanza si colloca il lavoro di docenti di Nivola e di Mirko, ma anche di Bruno Munari, invitato a Harvard per un semestre nel 1967.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.