La riscoperta e il rilancio di pratiche antiche, che ritrovano visibilità ed efficacia (anche economica) grazie alle tecnologie digitali; la nascita di nuovi legami, mediati dai social networks, in contesti virtuali e di prossimità; l’emergere di lavori e figure professionali inaspettate e che intersecano l’online e l’offline; la creazione di valore come strategia di resistenza e di sovvertimento del sistema: questi sono alcuni dei risultati più significativi della ricerca qui presentata che, prendendo le mosse dalle strategie di fronteggiamento della crisi, ha indagato l’universo della sharing economy volendo verificare la presenza o meno di forme innovative di progettualità sociale ed economica. Tali innovative forme progettuali sono state abbondantemente rintracciate nelle molteplici esperienze di condivisione (sharing), di scambio/baratto (swapping/bartering), di disintermediazione della filiera, di autoproduzione (making), di raccolta fondi o risorse (crowding), indagate sia dal punto di vista dei produttori/ideatori delle piattaforme sia da quello dei consumatori/users. Nel complesso queste pratiche si profilano come un universo complesso, in cui operano sofisticati meccanismi di ricomposizione fra produzione e consumo, dimensione privata e pubblica, tempo libero e lavoro, vicinanza e lontananza territoriale, mondo reale e virtuale. La cifra di tutte queste esperienze è la contaminazione fra le diverse dimensioni dell’esperienza, contaminazioni che sembrano annunciare nuovi modi di lavorare, di comunicare, di produrre, di consumare, di partecipare: in una parola di vivere e stare al mondo.
Lunghi, C., Reti collaborative di produzione e consumo, in Bovone L, B. L., Lunghi C, L. C. (ed.), Resistere. Innovazione e vita quotidiana, Donzelli Editore srl, ROMA -- ITA 2017: <<SAGGI. STORIA E SCIENZE SOCIALI>>, 65- 90 [http://hdl.handle.net/10807/101472]
Reti collaborative di produzione e consumo
Lunghi, CarlaPrimo
2017
Abstract
La riscoperta e il rilancio di pratiche antiche, che ritrovano visibilità ed efficacia (anche economica) grazie alle tecnologie digitali; la nascita di nuovi legami, mediati dai social networks, in contesti virtuali e di prossimità; l’emergere di lavori e figure professionali inaspettate e che intersecano l’online e l’offline; la creazione di valore come strategia di resistenza e di sovvertimento del sistema: questi sono alcuni dei risultati più significativi della ricerca qui presentata che, prendendo le mosse dalle strategie di fronteggiamento della crisi, ha indagato l’universo della sharing economy volendo verificare la presenza o meno di forme innovative di progettualità sociale ed economica. Tali innovative forme progettuali sono state abbondantemente rintracciate nelle molteplici esperienze di condivisione (sharing), di scambio/baratto (swapping/bartering), di disintermediazione della filiera, di autoproduzione (making), di raccolta fondi o risorse (crowding), indagate sia dal punto di vista dei produttori/ideatori delle piattaforme sia da quello dei consumatori/users. Nel complesso queste pratiche si profilano come un universo complesso, in cui operano sofisticati meccanismi di ricomposizione fra produzione e consumo, dimensione privata e pubblica, tempo libero e lavoro, vicinanza e lontananza territoriale, mondo reale e virtuale. La cifra di tutte queste esperienze è la contaminazione fra le diverse dimensioni dell’esperienza, contaminazioni che sembrano annunciare nuovi modi di lavorare, di comunicare, di produrre, di consumare, di partecipare: in una parola di vivere e stare al mondo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.